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Sanremo fa male, il primario: "Irritabili e aggressivi, le conseguenze cognitive"

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Telespettatore avvisato, mezzo salvato. Chi fa le ore piccole davanti alla tv rischia di avere conseguenze negative sulla salute di cuore e cervello. Luigi Ferini-Strambi, primario del Centro di Medicina del sonno dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano e ordinario di Neurologia alla Facoltà di Psicologia dell'Università Vita-Salute San Raffaele, avverte soprattutto chi sta facendo le tre di mattina per vedere fino all'ultimo la diretta dal Festival di Sanremo.  "Il giorno dopo si diventa irritabili e aggressivi, si controllano meno le proprie emozioni", ammonisce il prof spiegando all'Adnkronos Salute che "la privazione di sonno continuativo per 4-5 giorni incide negativamente sulle funzioni cognitive". Diminuiscono le performance a scuola e in ufficio e a farne le spese sono attenzione, concentrazione e memoria". Ma guai a chiamarlo 'jet lag' o sindrome da fuso orario", tuona il prof Ferini-Strambi che mette in guardia soprattutto gli ipertesi

Chi ha una elevata pressione del sangue nelle arterie e si priva di un buon sonno ristoratore per seguire la gara canora, gli ospiti sul palco dell'Ariston, la programmazione del dopo-festival, le pagelle e i commenti sui social, rischia, avverte Ferini-Strambi di "andare incontro a sbalzi di pressione". "Con la perdita di sonno infatti aumenta il cortisolo, l'ormone dello stress, che durante la fase del sonno profondo viene inibito", spiega il neurologo. "Per fortuna" la maratona sanremese "dura 5 giorni", puntualizza il primario del Centro di Medicina del sonno del San Raffaele spiegando che "ben diverso sarebbe se durasse più a lungo, ci sarebbero seri problemi di salute pubblica, dal punto di vista cognitivo e cardiovascolare". Tra i soggetti a rischio anche "i diabetici, perché la privazione del sonno non è positiva per il controllo del diabete". E su un eventuale aumento del consumo di melatonina, Ferini-Strambi taglia corto: "Una sciocchezza. Se si perdono ore preziose di sonno, il ricorso alla melatonina non risolve in modo efficace il problema".

 

 

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