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Domenica In, rivolta della sinistra contro Mara Venier: "Megafono della Meloni"

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Dargen D'Amico ha messo la freccia. Pensavamo di aver visto tutto con Ghali e invece il cantante milanese (di origini siciliane) con suo sproloquio sui migranti che addirittura ci pagherebbero le pensioni si è preso lo scettro della polemica, non solo sanremese, ma anche politica. Tutto, come è noto, è accaduto sul palco di Domenica In, dove Dargen ha sostenuto la tesi delle porte aperte. Mara Venier, giustamente e sottolineamo giustamente, è intervenuta interrompendo il cantante e affermando che sono argomenti complessi e che lo spettacolo di Domenica In era centrato sulla musica. Apriti cielo.

La sinistra immediatamente ha cavalcato la faccenda rispolverando le balle su "Telemeloni" e attaccando anche Mara Venier: "Quello che è successo è grave. Prima la velina e poi la censura nello stesso programma, Domenica In su Rai Uno”, attacca Sandro Ruotolo, responsabile informazione del Partito democratico. Già perché alla Venier viene rimproverata anche la lettura del comunicato dell'ad Sergio che ha ribaduito la vicinanza del servizio pubblico al popolo israeliano non prestando così il fianco alla propaganda pro-Gaza dell'altro maestrino del Festival, Ghali. Concetto ribadito anche dal deputato del Partito democratico, Alessandro Zan, responsabile Diritti del Pd: "Una pagina nera della Rai a Domenica In – scrive su X – Il servizio pubblico che teme gli artisti e la loro voce, che tenta la censura in modo scomposto, smette di essere tale. Ghali e Dargen, con un messaggio di pace, hanno mostrato tutta la debolezza di questo sistema di potere".

Per il co-portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli e il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, deputati di Alleanza verdi sinistra, “sarebbe opportuno a questo punto che l'amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, estendesse il comunicato di solidarietà anche al popolo palestinese che dopo il terribile attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre scorso, ha subito in questi mesi l'inaccettabile perdita di 28mila civili innocenti. La vita di ogni civile e di ogni bambino e bambina palestinese è preziosa e la loro morte non merita il silenzio”. Insomma, siamo alla follia. Nessuno ricorda che durante questo Festival sono stati mostrati diversi cartelli pro-Gaza e che almeno due cantanti, Dargen e Ghali, hanno espresso dal palco dell'Ariston, subito dopo la loro esibizione, il proprio pensiero politico che non ha nulla a che fare con lo spettacolo e con la musica.

 

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