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Paolo Virzì insulta chi vota a destra: "Ignorante, fascista e con gli occhi di una mucca"

Alberto Busacca
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L’Italia è un Paese fondamentalmente fascista. Se non l’avete ancora capito, se non vi sono bastati i sermoni dei vari Letta, Schlein, Todde, Formigli e chi più ne ha più ne metta, bè, allora forse vi convincerà il regista Paolo Virzì, al cinema da domani con Un altro Ferragosto, sequel del celebre Ferie d’agosto del 1996.

Presentando il suo ultimo lavoro, come riportato dalla Stampa, Virzì si è un po’ fatto prendere la mano, lanciandosi in ardite analisi politiche. «Le democrazie sono in crisi», ha spiegato, «divampano guerre nazionalistiche, c’è una destra completamente nuova, che non è più berlusconiana. E poi c’è una modalità diversa, in cui riemerge l’antica anima del Paese, quella che non è ancora guarita dalla malattia che Croce definiva “autobiografia nazionale”, che poi era il fascismo». Accidenti, siamo malati di fascismo e pare che non funzioni nessuna cura. Non solo. «Oggi», ha aggiunto Virzì, «non si ha più imbarazzo nell’usare un certo lessico e certi riferimenti. Anche nel ri-raccontare la storia di questo Paese, che ha vissuto vent’anni di dittatura fascista, in modi che, per anni, abbiamo sentito usare sommessamente solo nelle conversazioni da bar e che oggi sono, invece, in bocca ai funzionari del nuovo potere politico».

Sembra un po’ riabilitare Berlusconi, il regista di Ferie d’agosto. Forse, alla fine, Silvio non era così brutto come lo dipingevano. Ma questa specie di nostalgia per gli anni del Cavaliere serve solo per spiegare che oggi, con la nuova destra al governo, siamo messi molto peggio... Anche i personaggi del film, quindi, devono dare l’idea di questo orribile fascismo che sta riemergendo.

 

 

 

Come Cesare, per esempio, interpretato da Vinicio Marchioni. Palestrato e tatuato, Cesare è il futuro marito di Sabry, influencer corteggiata dai partiti di destra. Le caratteristiche di questo Cesare le ha spiegate a Repubblica lo stesso Marchioni: «Paolo mi ha detto solo: è uno con gli occhi di una mucca. Sintesi perfetta per definire la sua mancanza intellettuale: un ignorante fascista, un parvenu che si approfitta della compagna, pessimo padre. Lo abbiamo costruito pensando alla mascolinità tossica dei fratelli Bianchi, gli assassini di Colleferro, e alla ricerca ossessiva nel look di Cristiano Ronaldo: dentro non c’è niente».

Ecco, se vi chiedete come uno di sinistra immagina uno di destra, la risposta è questa qui: come uno dei fratelli Bianchi. Ignorante, violento, con gli occhi “di una mucca” (cosa c’entri Cristiano Ronaldo non è invece del tutto chiaro...). Che poi i fratelli Bianchi non siano fascisti e nemmeno genericamente di destra evidentemente non ha nessuna importanza. Rappresentano il peggio e quindi sono perfetti da usare come modelli per costruire il personaggio dell’ignorante-fascista-parvenu-mascolinotossico-approfittatore della compagna-pessimo padre. Insomma, dal 1996 è cambiato tutto, tranne i pregiudizi dei progressisti... 

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