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Sabrina Impacciatore, l'italiana che ha conquistato Hollywood

Daniele Priori
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 La serie The Office tornerà sugli schermi dopo dieci anni. Lo farà varcando nuovamente l’oceano per portare con sé dalla vecchia Europa- patria dello script originale, britannico, da cui la serie quasi decennale aveva preso il via nel 2005 - anche un’attrice italiana. Si tratta di Sabrina Impacciatore, comica romana, 55enne amatissima in Italia e sempre più diva anche negli Stati Uniti.

Adesso per Sabrina è giunto il momento di entrare nelle spassose e caotiche dinamiche della Dunder Mifflin, il mondo aziendale all’interno del quale The Office riprenderà forma. L’annuncio è di ieri quando, dopo l’ufficializzazione arrivata nello scorso mese di marzo in merito al prossimo ritorno in scena del mondo di The Office, sono stati diffusi i primi nomi scelti per il cast, tra i quali c’è anche quello della nostrana Impacciatore. Sabrina reciterà in quella che l’ideatore Greg Daniels ha definito «un’espansione di The Office» dopo il successo e l’ammirazione che le sono stati tributati per la sua partecipazione alla seconda stagione di The White Lotus, serie legata a doppio filo con l’Italia perché girata in buona parte su set siciliani. Il fatto che gli Stati Uniti portino fortuna alla carriera della nostra brava e bella comica romana è scritto un po’ anche negli astri che sin da giovanissima la accompagnano.

 

 

 

MAESTRO ITALIANO

La prima scuola di recitazione di Sabrina, infatti, fu presso gli Actors Studios di New York. In Italia l’esordio avvenne grazie alla buona vista di Gianni Boncompagni tra le ragazze di Non è la Rai. Altro vate e maestro italiano con buonissime frequentazioni e più di un successo hollywoodiano alle spalle, è Gabriele Muccino che si è accorto ben presto del talento verace della Impacciatore, scegliendola, già nel 2001 per il cast de L’ultimo bacio e poi ancora nel 2010 per il film Baciami ancora, fino alla partecipazione al cast, nel 2018, del film A casa tutti bene. Tra le altre grandi produzioni internazionali cinematografiche alle quali Impacciatore ha preso parte, vale la pena certamente ricordare anche The Passion di Mel Gibson, uscito a Pasqua del 2004, in cui Sabrina interpretò il ruolo di Santa Veronica. Il merito del sogno americano di Sabrina è, dunque, certamente delle serie di successo nelle quali fortunatamente e meritoriamente si va imbattendo ormai con una certa... serialità, e della nomination agli Emmy come migliore attrice non protagonista in una serie drammatica proprio per The White Lotus, ma anche di una storia più lunga fatta di incroci e primati che hanno segnato la sua carriera. Una “verginità” artistica che Sabrina ha saputo usare nel migliore dei modi, sfondando tutte le volte che è stato necessario, il soffitto di cristallo anche prima delle colleghe.

 

CONTROTENDENZA

Allo stesso modo, se infatti, vi sono nomi di donne del cinema italiano fuggite gridando MeToo dal predatorio mondo del cinema di Hollywood, Impacciatore anche in questo è riuscita a stabilire un primato in controtendenza. Nella lunga intervista di copertina del primo numero della rivista Vanity Fair del 2024, l’attrice ha infatti raccontato come negli Usa si sia sentita accolta da colleghe grandiose come Anne Hathaway , Michelle Pfeiffer o Sharon Stone che si sono complimentate con lei mentre alcune altre che credeva amiche in Italia, dopo il suo successo americano, si sono allontanate, forse per l’invidia. Ma ancor di più, nelle scorse settimane, Impacciatore ha marcato la differenza tra i set italiani, dove ha raccontato di essere stata più volte molestata da attori che «mettevano le mani dappertutto» rispetto al set di The White Lotus dove, per la prima volta, ha incontrato la figura di un vero intimacy coordinator grazie al quale anche le scene di intimità hanno guadagnato di poesia e possibilità di sentirsi libere, anche per le attrici donne che alle sterili denunce continuano a reagire mettendo avanti il talento e solo quello.

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