Jerry Calà, hanno venduto la Capannina di Forte dei Marmi. Praticamente casa sua.
Facciamo un calcolo veloce: quante volte si è esibito in quel locale mitico? «Ah, sicuramente più di 500 o 600. Per 15 anni di fila, d’estate, sono salito sul palco anche cinque o sei sere a settimana, poi ho diminuito un po’, ma restando sempre un ospite fisso senza mai fermarmi».
L’ultima esibizione?
«Lo scorso 22 agosto e c’erano 2mila persone. La prossima, invece, sarà il 6 settembre per la chiusura dell’estate».
Come è il suo show?
«Una libidine».
Ovviamente.
«È come una messa cantata, esco sul palco come se fossi “Padre Jerry” e mi accoglie un boato. Poi si parte con i classici della musica italiana, da Battisti ai Nomadi, dalle hit Anni ’70 alle colonne sonore dei miei film più famosi. E tutti cantano come me».
Dal 2026, però, partirà la nuova gestione.
«Mi auguro che il grandissimo Giorgio Armani mantenga il locale come è, con il fascino e l’atmosfera che ci sono sempre stati. Il segreto della Capannina è che, in 96 anni di vita, non è mai stata stravolta, è uno dei pochissimi locali in cui la musica non è cambiata nel tempo. Ma sono fiducioso, sa perché?».
Dica.
«Non credo che Armani abbia bisogno della Capannina per una questione di interessi: la mia idea è che la prenda per affetto, un senso di protezione per un posto a lui caro».
Nel comunicato ufficiale, infatti, viene annunciato che “per Giorgio Armani, da sempre legato a Forte dei Marmi, questo rappresenta un ritorno alle origini”. Ma lei Jerry, che si esibisce lì da 40 anni, che farà?
«Spero che Armani compri anche me! Giuro, gli garantisco che sul palco indosserò esclusivamente i suoi abiti».
Buona questa. Facciamo un salto all’indietro: ricorda la prima volta alla Capannina?
«Anno 1983, i fratelli Vanzina, che sono i registi, chiedono di poter ambientare lì alcune scene del film “Sapore di mare”. Ma Gherardo Guidi, il proprietario, è scettico per due motivi: è molto geloso del suo locale ed è legato al cinema del passato- quello di Sordi, Tognazzi e Manfredi -, quindi vede con sospetto noi giovani attori».
Alla fine però accetta.
«E fa bene perché è un grande successo anche per il locale».
Un ricordo particolare delle riprese?
«La scena più iconica della pellicola, che è anche l’interpretazione più intensa di tutta la mia carriera».
Quella con Marina Suma?
«Sì, ci ritroviamo invecchiati 20 anni dopo, lei è la mia ex e all’inizio non la riconosco, poi c’è tutto un gioco di sguardi finché il passato riaffiora».
Perché ridacchia?
«Ancora oggi nelle mie serate alla Capannina, con sottofondo musica di Cocciante, racconto quella scena e quando, sul finale, dico “Marina, sei sempre la più bella” scoppia il delirio».
Con Gherardo Guidi, che ha gestito il locale per 47 anni (è morto lo scorso ottobre), siete diventati grandi amici.
«Gli ho voluto tanto bene e mi manca tantissimo. Sa che devo a lui la mia seconda carriera?».
In che senso?
«Anni ’90, dopo “Sapore di mare” penso soprattutto al cinema e lui, un giorno, mi dice: “Ma perché non provi a fare lo showman? Ti puoi esibire qui alla Capannina”. Gli rispondo che non saprei, perché in passato ho fatto solo cabaret, e decidiamo di fare una prova: la serata è un successo della Madonna e così il mio diventa un appuntamento fisso con serate musicali intitolate “Sapore di mare” caratterizzate dalle musiche degli Anni ’70 e ‘80».
E il rapporto con Guidi diventa sempre più stretto.
«Il 5 settembre 2002 mi sposo a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, e lui è presente. Però teme che io parta per il viaggio di nozze e saltino le serate in programma, allora mi dice: “Jerry, i festeggiamenti te li organizzo tutti io”. E mi offre la luna di miele a Forte dei Marmi prenotando l’hotel più bello e i ristoranti più lussuosi».
Jerry, chiuda gli occhi per un attimo e pensi a lei e Guidi alla Capannina. Cosa rivede?
«Le chiacchierate prima degli spettacoli, che non iniziavano mai prima dell’1 di notte. Io e lui, sul retro, a parlare di tutto e ricordare i grandi artisti passati dal locale negli anni».
Tipo?
«Mi raccontava di Gino Paoli, di Patty Pravo che ogni tanto faceva i capricci e lui doveva andare a prenderla in albergo, e poi della grande Gloria Gaynor, forse una delle cantanti più importanti che sono salite su quel palco: era una grandissima professionista».
Gli incontri più belli che, invece, ha fatto lei nel leggendario locale di Forte?
«Ho conosciuto tantissimi artisti e per le serate del compleanno del locale ho sempre avuto madrine importanti: Asia Argento, la Tatangelo, la Arcuri, Valeria Marini tanto per fare qualche nome».
A proposito di donne, ma Jerry Calà, alla capannina, si è divertito?
«Quando ero più giovane, dopo lo spettacolo, mi mettevo al piano bar per finire la serata e nei periodi in cui ero single qualcosina ho conquistato...».
Troppo modesto... Jerry, un’ultimissima curiosità: quale è l’angolo della Capannina cui è più legato?
«C’è una piccola porticina che dal camerino dà sul palco. Per me è magica: la apro e all’improvviso mi trovo davanti tutto il pubblico. Ogni volta è un’emozione unica».