Si può dare di più, certo, ma Umberto Tozzi sente che quello che ha dato in una certa dimensione artistica è finito. Si cambia pagina, spartito, ma la musica ci sarà sempre. In un’Arena di Verona sold out, Tozzi ha chiuso domenica scorsa un cerchio lungo più di mezzo secolo.
A 73 anni, in grande forma, spiritosissimo, il cantautore ha celebrato l’ultimo concerto del tour mondiale L’Ultima Notte Rosa- The Final Tour, e annuncia (affiancato dal figlio manager Gianluca) una serie di date che segneranno la fine del suo percorso dal vivo, L’Ultima Notte Rosa The Final Show. Saranno sette i concerti in Italia, come le lettere del suo nome, e cinque in Europa, come quelle del suo cognome. Dodici appuntamenti unici, a partire dal 5 marzo 2026, per chiuderanno a Londra una carriera dal vivo che ha attraversato confini e generazioni, successi come Ti Amo, Gloria e Tu, fino ai palchi più prestigiosi del mondo come la Royal Albert Hall. «Ecco, se trovassi una data lì a Londra...», dice, «ci ripenserei».
«Verona è stato bellissimo, l’ultimo all’Arena. Ce l’ho messa tutta per fare il meglio possibile». Accanto a lui, il figlio e manager e il manager Ferdinando Salzano, fondatore di Friends and Partners. «Per me è stato un sogno essere a Verona e chiudere questa parte di tour lì racconta -. Sono stati splendidi gli artisti che mi sono venuti a trovare: Marco Masini, a Laura Pausini, Raf, The Kolors e Hauser». «Qualcuno mi ha detto che non ho mai cantato così bene e anche per questo io sono contento di finire in questo modo». Tozzi parla anche dei giovani musicisti: «Spero che le nuove generazioni scrivano come facevamo noi, con strofa, inciso, bridge e tanti strumenti suonati. Da spettatore mi manca tantissimo quel clima. Non sento più una voce originale. Oggi quello che accade è forte per loro, è il loro mondo, ma per noi è piatto. Spero emergano cantautori con nuove voci e testi».