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Otto e Mezzo, “e allora quei voltagabbana del Pd?”: Marco Travaglio, crisi di nervi per difendere la farsa-Rousseau

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Marco Travaglio ha rispolverato un grande classico: “E allora il Pd?”. Ospite di Lilli Gruber a Otto e Mezzo, il direttore del Fatto Quotidiano ha sparato sul partito di Nicola Zingaretti per difendere la votazione-farsa sulla piattaforma Rousseau che ha sancito il via libera da parte degli iscritti all’ingresso del M5s nel governo di Mario Draghi. “Far votare 74mila persone - è la versione di Travaglio - è sempre meglio che far decidere a 3-4 persone. Quanti hanno deciso nel Pd che la linea che Andrea Orlando ha enunciato due settimane fa fosse cambiata?”. 

 

 

Il riferimento è alla dichiarazione “non aggiungeremo mai i nostri voti a quelli leghisti neanche se il premier fosse Superman”. “Ma questa è democrazia rappresentativa, Marco”, ha provato a ricordargli la Gruber. Ma Travaglio ha tirato dritto per la sua strada: “No, quello significa essere dei voltagabbana a casa mia. È meglio sentire ogni tanto anche i propri iscritti: in Germania Spd li fa votare per posta, il M5s li fa votare online”. 

 

 

Poi il direttore del Fatto ha risposto alla domanda della conduttrice di La7 su una possibile spaccatura tra i 5 Stelle dopo il voto su Rousseau: “Credo che ci sarà per forza qualcuno che non avrà lo stomaco così forte da votare un governo con Berlusconi e con quello che gli ha buttato giù i precedenti due”. 

 

 

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