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Droni, lo scoop di Striscia la Notizia: "Come violano la no-fly zone", raid nelle carceri

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In questi tempi di guerra si fa un gran parlare di droni, anche di quelli in versione “suicida” che la Russia starebbe utilizzando in Ucraina. Ma in Italia c’è da tempo chi usa dei droni modificati per superare le limitazioni imposte per legge, consentendo di conseguenza a determinati prodotti di volare anche in aree no-fly zone. Una pratica particolarmente diffusa soprattutto per fare consegne illegali ai detenuti nelle carceri.

 

 

“Sempre più spesso - ha dichiarato Luca Abete, che ha rintracciato per Striscia la Notizia una persona che dietro compenso modifica i droni per aggirare la legge - assistiamo a ritrovamenti di oggetti proibiti all’interno delle carceri italiane, tra cui addirittura droga o armi. Tra i ritrovamenti più frequenti ci sono invece i cellulari, utilizzati dai detenuti non solo per chiamare ma anche per fare video e postarli sui social. Da più parti sostengono che uno dei modi utilizzati per recapitare i cellulari all’interno delle carceri è con i droni. Eppure quest’ultimo sono dotati di un sistema che impedisce il volo su aree sensibili come aeroporti, luoghi militari e carceri”.

 

 

E allora come fanno i droni ad arrivare fino ai detenuti? “C’è chi si è specializzato nella rimozione delle limitazioni, consentendo ai droni di volare a qualsiasi altitudine e soprattutto in aree vietate”, ha spiegato Luca Abete, che ha poi mostrato una di queste persone che modifica e sblocca i droni. “in Italia non è legale - ha dichiarato l’uomo senza sapere di essere ripreso - io lo faccio ma non mi assumo responsabilità. Non ti acchiappano perché nessuno controlla nulla”.

 

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