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Alessia Morani e Pd, "nessuna dignità": chi li stronca

Claudio Brigliadori
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C'è una convitata di pietra piuttosto scomoda alle primarie del Pd. A nominarla ci pensa Fausto Bertinotti: l'estinzione. L'ex segretario di Rifondazione comunista, passato alla storia come l'ultimo "rosso" d'Italia (almeno nella sinistra di governo), l'irriducibile intellettuale della politica prestato al Parlamento, prezzemolino dei salotti tv perennemente in cachemire e porta-occhiali al collo, erre arrotata ed eloquio d'altri tempi, ha fatto la sua ricomparsa a L'aria che tira, su La7, più che gradito ospite di Myrta Merlino tornata al timone di comando dopo la lunga vacanza natalizia.

 

 

 

L'eleganza forbita del pensiero del compagno Fausto fa quasi a pugni con la durezza, nuda e cruda, del suo ragionamento. Quello che sta avvenendo dalle parti del Nazareno, spiega, è «privo di qualunque interesse politico». Un giro di poltrone che non avrà riflessi sul futuro del partito. «Non capisco come il Pd non si avveda che il suo declino, se continua così, è inesorabile. Lo dicono anche i sondaggi, se il Pd è arrivato al 15% in questa discesa, può scomparire domani». D'altronde, suggerisce, è successo anche al glorioso Partito socialista francese, un monumento della sinistra europea che oggi non manca più a nessuno.

 

Bertinotti e il Pd, "declino inesorabile": guarda il video a L'aria che tira

 

 

 

Bonaccini? Schlein? Solo figurine: «Io non vedo nessun elemento di rottura. Per poter ricominciare, bisogna indicare il punto di partenza e la meta. I congressi, quando erano veri, si facevano così: si presentava uno o più documenti strategici su cui si sceglieva». Altri tempi e altri riti, per un Pd preso dal caso di Alessia Morani truccata: una «polemica inascoltabile. Andrebbe tolta la dignità della politica a questo tipo di incursioni. Non ha dignità per stare nel dibattito politico».

 

 

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