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Rosy Bindi, spocchia a In Onda: "Caivano? Sicuramente sbagliato"

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Il decreto Caivano varato dal governo nel cdm di giovedì rilancia il tema della "tolleranza zero" contro la criminalità minorile. Ma Rosy Bindi, in collegamento con La7 a In Onda, storce il naso: "Giorgia Meloni ha scelto la strada che appare agli occhi di tutti più rassicurante, più facile da percorrere. Si aumentano le pene, si prefigura il carcere anche per i genitori che non mandano i figli a scuola. Io penso che sia una strada sicuramente sbagliata".

Il decreto prevede l'arresto in flagranza di reato per i 14 anni, anche per spaccio breve, condanna a 2 anni per chi non manda i figli a scuola con revoca della potestà genitoriale nel caso di legami con la mafia e multe fino a mille euro.

 

 

 

L'esponente di centrosinistra, ex presidente della Commissione Antimafia, guida oggi la Fondazione Don Milani e proprio al sacerdote si riferisce quando prosegue: "A quel tempo i genitori che non mandavano i genitori a scuola ricevevano la visita di Don Milani, uno a uno, e venivano convinti dell'importanza di dare ai loro ragazzi un'istruzione, lo strumento più importante, quello della cultura, che li avrebbe riscattati dalla marginalità".

 

"La strada più facile". Rosy Bindi contro Meloni, guarda il video di In Onda

 

"Questa è la strada - conclude la Bindi, concentrandosi esclusivamente sulla risposta culturale all'emergenza sociale e di  legalità di Caivano e tante altre periferie italiane -, far capire ai ragazzi che sbagliano che hanno sbagliato". "Il carcere, il Daspo, emarginarli, ghettizzarli non è la strada. Ci vuole la polizia nelle periferie, ma ci vorrebbero soprattutto maestri, assistenti sociali e politiche giovanili assolutamente dimenticate".

 

 

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