Cerca
Cerca
+

Luca Telese? Vietato dire "indigeni" (ma "terroni" va bene): il mondo al contrario

Claudio Brigliadori
  • a
  • a
  • a

Chi ha paura degli “indigeni”? Luca Telese, sicuramente. Scena surreale a In Onda, su La7, con il padrone di casa che inquietato bacchetta in diretta Francesco Specchia, nostro collega di Libero. Tutto tranne che un pericoloso fascistoide, men che meno razzista. Eppure, meritevole di censura linguistica. Ricapitoliamo. Si parla del caso Caivano, con annessa polemica sul decreto “legge e ordine” varato dal governo e sul maxi blitz al Parco Verde.

«Un ripristino simbolico, una bonifica totale del territorio ma graduale - premette Specchia in collegamento da Milano -. Finora non sono stati ottenuti risultati... I ragazzi di Caivano, lo dicono gli stessi circoli del Pd, hanno applaudito pur in silenzio l’operazione della polizia, per non parlare di Don Patriciello e dei parrocchiani. Quel blitz ci voleva. La Bindi si è dimenticata di dire che i genitori a cui viene revocata la potestà genitoriale perché non mandano i figli a scuola sono quelli camorristi».

 

Quindi la frase contestata. «Se la camorra utilizza gli indigeni, i ragazzi del territorio...». Telese interrompe Specchia: «Non diciamo indigeni». Francesco sgrana gli occhi: «Indigeni in senso tecnico ed etimologico», si giustifica per spirito di cortesia, visto che non ce n’era alcun bisogno. «Eh lo so ma le parole sono importanti - rincara il conduttore -. Se li definisci indigeni siamo al colonialismo». «Luca, io sono indigeno di Milano e tu sei indigeno di Roma», replica Specchia. Al che a Telese scappa la frizione: «No io sono cittadino del mondo e ultra terrone». Riassumendo: “indigeno” è vietato, “terrone” è lecito. E tutto questo nel magico mondo della sinistra televisiva.

 

Dai blog