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Tomaso Montanari, "manifestazione indetta da un monaco": senza vergogna, cosa censura dalla Gruber

Claudio Brigliadori
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«Un’accusa vile e stupida». Guai a sospettare che i pacifisti pro-Palestina siano in realtà paci-finti, proprio come chi fino a qualche settimana fa scendeva in piazza per chiedere la tregua in Ucraina regalando di fatto una eccezionale arma di propaganda alla Russia di Putin.

Quando Lilli Gruber a Otto e mezzo dallo studio di La7 gli accenna alla “ambiguità” di chi chiede a Israele di cessare il fuoco nella Striscia di Gaza, Tomaso Montanari, il professore, rettore dell’Unità per Stranieri di Siena, attivista ed editorialista del Fatto quotidiano (oltre che ospite fisso di vari talk in quota “opposizione”) si indigna e risponde a muso duro: «Io ho partecipato a una manifestazione a Firenze indetta da un monaco, l’abate di San Miniato, e accanto a lui c’erano il rabbino di Firenze e l’imam di Firenze. Cosa c’era di sbagliato in quella piazza? Si chiedeva la pace, la liberazione degli ostaggi, la cessazione del disastro a Gaza. Non capisco come non si mettano sullo stesso piano i morti innocenti israeliani e palestinesi. I pacifisti chiedono che cessi la violenza da entrambe le parti, nonostante la disinformazione italiana. Israele è una democrazia e non mi aspetterei lo stesso comportamento di Hamas, invece succede esattamente la stessa cosa. Una vendetta colossale».

 

Mentre Montanari parlava, Giuseppe Conte e vari esponenti di M5s e Pd (non Elly Schlein) sono scesi in corteo a Roma, sostanzialmente deserto. Qualche ora dopo, si replica a Napoli e ancora nella Capitale. Come accaduto nelle decine di manifestazioni pro-Palestina precedenti, in Italia e all’estero, molti di coloro che marciavano «solo per chiedere la pace» intonavano in coro «Israele Stato assassino» e «Intifada», mentre nessuno ha udito una parola contro i tagliagole jihadisti. Sarà solo un caso.

 

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