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Paolo Crepet, morte di Giulia: "Analfabeti, di cosa abbiamo paura"

Claudio Brigliadori
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«Qualcuno ha proposto nella famosa ora di buoni sentimenti la presenza di influencer, misi è gelato il sangue». Paolo Crepet, intervenuto a Stasera Italia su Rete 4 per commentare la drammatica morte di Giulia Cecchettin, allarga il quadro della sua analisi commentando l’idea di istituire un’ora di educazione sessuale e all’affettività nelle scuole, per educare i giovani al rispetto dell’altro e a una maggiore consapevolezza.

Poche ore prima, lo psicologo e saggista si era collegato con Tagadà, su La7, ed era scoppiato a piangere all’improvviso: «Mi colpisce il ricordo di cinquant’anni fa quando mia madre, senza dirmi nulla, ha messo in piedi a Padova un centro contro la violenza sulle donne». Quindi una pausa, gli occhi pieni di lacrime e la voce spezzata: «Forse non è cambiato niente». «Ci manca l’Abc dell’amore. Siamo analfabeti - aveva sottolineato -. Non ci chiediamo se siamo felici perché abbiamo paura della risposta». «Abbiamo voluto progredire ma non sappiamo ascoltarci. In compenso siamo pieni di telefonini. Anche alla fiaccolata, eravamo pieni di telefonini, cosa c’è da fotografare?».

 

Chi pensa che basti la scuola per rimediare a questi “buchi”, sbaglia. «La scuola è già affettiva - spiega Crepet da Porro -, quando ci vai e non hai studiato niente e probabilmente prenderai un 4 è un’emozione, quando incontri una ragazza in cortile che ti piace è un’emozione. La scuola – spiega lo psicologo – è un contenitore meraviglioso di crescita, non ha bisogno di un’oretta in più di affettività. Certo oggi, per com’è strutturata, non è più affettiva, perché abbiamo tolto i voti, le pagelle, tutto, azzerata, gli insegnanti pagati pochissimo. Dov’è l’emozione se ti promuovono al 99,9%, dov’è l’emozione?». 

 

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