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Filippo Turetta, Paolo Crepet: "Ecco tutto quello a cui non credo"

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"Cosa è scattato nella testa di Filippo Turetta?", chiede David Parenzo rivolgendosi direttamente a Paolo Crepet. Per lo psichiatra e sociologo non ci sono dubbi: l'omicidio di Giulia Cecchettin è stato premeditato. "Non vorrei continuassimo a guardare la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché questo era già pieno e se non ce siamo accorti, è lì il problema".

Per Crepet, ospite de L'Aria Che Tira nella puntata di lunedì 20 novembre su La7, non c'è stato un gesto che possa aver causato un raptus nel 22enne: "Io non credo a nulla di tutto questo. Credo che questo sia un tarlo che questo ragazzo avesse in testa... Che ci fosse un modo per invidiare, detestare, un'impotenza nell'anima".

E ancora: "Una violenza è un progetto". Secondo lo psichiatra "non si diventa lupi in una notte". Anzi, "i raptus sono solo nei fumetti. Vengono inventate da qualcuno che non ha mestiere e che vuole semplificare per passare a chiudere più in fretta possibile quel capitolo". 

Poco prima Crepet si er soffermato sulla regione in cui il femminicidio è avvenuto: il Veneto. "Laddove c'è stata la locomotiva d'Europa, laddove c'è stato un impulso straordinario economico e anche sociale, questo non ha portato a nessuno sviluppo emotivo". Tutt'altro: "Ha aumentato il declino dell'empatia. Non siamo empatici, non ci sentiamo, siamo pieni di telefonini. Anche alla fiaccolata, eravamo pieni di telefonini, cosa c'è da fotografare? Almeno un minuto di silenzio nei confronti di una povera ragazza ammazzata in quel modo ci sarà? Niente. Solo reel. Questo non è un nuovo modo di essere distanti? Stiamo giocando solitari, abbiamo smesso di giocare a scala quaranta".

Paolo Crepet a L'aria che tira: clicca qui per vedere il suo intervento

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