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Elka Vasconi, vita rovinata dopo "4 Ristoranti": "Non ce la faccio più..."

Hoara Borselli
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Ekla Vasconi è una ristoratrice di Modena finita nel tritacarne degli odiatori social per aver duramente criticato i suoi colleghi durante il programma in onda su SkyUno “Quattro Ristoranti”, quello condotto da Alessandro Borghese. Sommersa da insulti e minacce, si è trovata suo malgrado a dover fare i conti con una cruda realtà: i social possono essere uno strumento tanto efficace quanto diabolico e spietato.
Internet, la televisione, sono mezzi che se da una parte esercitano un fascino ormai irrinunciabile, dall’altra nascondono quella faccia della medaglia che troppo spesso viene sottovalutata. Tutto ciò che entra in rete o passa dal tubo catodico non risparmia nessuno. Basta un niente, magari un’apparizione sgradita al pubblico, e quel mondo dorato in un attimo si trasforma in un inferno, dal quale spesso non ci riesce ad uscire e difendersi. Il web non perdona. Ekla oggi lo ha capito: se sei stata spietata con gli atri, gli altri lo saranno - ahimé - con te.

Ekla, partiamo dall’inizio.
«Mi è stato chiesto di partecipare al programma “Quattro Ristoranti” e ho accettato con grande piacere».

Sapeva chi sarebbero stati gli atri concorrenti ristoratori con cui si sarebbe dovuta sfidare?
«No, li ho incontrati e conosciuti il primo giorno delle riprese».

E che cosa è accaduto?
«Il meccanismo del programma è che a ogni ristorante venga dedicato un giorno di ripresa. Nella prima giornata, sono stata abbastanza tranquilla con i giudizi che ho rivolto ai colleghi in gara. Dalla terza in poi, visto che la seconda è stata girata nel mio ristorante, ho iniziato ad arrabbiarmi tantissimo».

Arrabbiarsi perché?
«I giudizi che hanno dato quando sono stati nel mio ristorante non mi sono piaciuti. Non li ho trovati carini ed educati nei miei confronti. Ammetto di essermela presa molto. Mi sono arrabbiata e ho iniziato anch’io a essere severa nei giudizi».

Forse è stata molto più severa di loro, vista la reazione suscitata sul web...
«Ho criticato le loro proposte culinarie, che è poi il senso del programma. Probabilmente ho calcato troppo la mano, lo ammetto, però nulla mi avrebbe fatto presagire a così tanta cattiveria nei miei confronti».

Perché c’è andata così pesante?
«Di carattere sono molto schietta e diretta. Non mi definisco però una persona arrogante. Ma in quel contesto è stato fatto risaltare il peggio di me. Riguardandomi, mi sono accorta di essere uscita per l’appunto come una persona molto arrogante».

Colpa anche di come è stata montata la puntata, secondo lei?
«Nel montaggio sono stati inseriti solo i miei commenti secchi, senza le spiegazioni che davo dopo. Questo ha fatto sì che il tutto risultasse molto più duro di quanto in effetti non lo fosse».

Si è sentita un po’ strumentalizzata dal programma?
«Strumentalizzata no. Tutto ciò che ho detto all’interno della trasmissione non mi è stato imposto o suggerito. Era tutto vero. Solo che mi avevano rassicurato che il mio essere libera di dire ciò che pensavo non avrebbe comportato giudizi. Invece così non è stato».

Diciamo che ha sottovalutato il fatto che la televisione è un potentissimo amplificatore, soprattutto quando si partecipa ad un programma con un grandissimo seguito come quello.
«Esatto, ho fatto un errore di valutazione. Con il senno di poi la gestirei diversamente».

Con il senno di poi che cosa non rifarebbe?
«Sicuramente non ridarei quello “zero” nella votazione finale che ho assegnato al collega concorrente».

Veramente crede che quello “zero” se lo meritasse?
«Pensandoci a posteriori, no. Lo “zero” non lo meritava».

Un voto dato per strategia?
«Ero talmente arrabbiata per ciò che avevano contestato a me e al mio ristorante, che non ho pensato nemmeno alla strategia. Direi più un voto dato perché non avevo digerito le critiche».

Il 7 febbraio viene trasmessa la puntata: poi cosa succede?
«Da quel momento è stata una escalation di insulti e minacce. Un vero e proprio odio nei miei confronti e della mia famiglia, di una violenza inaudita».

Sui suoi profili social?
«Sì. Le dico solo che sono stata costretta a dover chiudere tutto ciò che riguardava me, la mia famiglia e la mia attività in rete, perché ciò che è stato scritto contro di me e di noi era ed è tutt’ora terribile».

Ci può fare qualche esempio?
«Una delle frasi che mi ha particolarmente segnata è stata questa: “Prima o poi vado e le faccio passare le pene dell’inferno”. Sennò una che mi è arrivata fresca fresca oggi...».

Ce la legge?
«“Rivedendo la puntata devo dire che è insopportabile ed inspiegabile che questa sciacquina maleducata abbia un marito. Che il marito sia così idiota da farla lavorare al ristorante e peggio da mandarla in tv. Spunto di riflessione: ha un figlio che a tale madre corrisponde ad un figlio sfigato e represso, piuttosto che il più stronzo dei bimbo minchia, bullo e maleducato pari alla madre. La donnicciola si commenta da sola, ma il marito resta il personaggio più pietoso e di pupù a Mantova. Non mi rispondete, state zitti e basta. Più Sky manda in onda le repliche, più la merda che vi meritate moralmente vi invade. Cambiate città”».

Era il 15 gennaio quando le cronache ci hanno restituito la notizia della morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice del Lodigiano trovata morta suicida per non aver retto alla gogna mediatica per una “falsa” recensione che lei stessa avrebbe pubblicato. Oggi è lei, Ekla, al centro di una violentissima tempesta social. Non ha insegnato nulla quella terribile vicenda, o sbaglio?
«Non sbaglia. Forse alla povera Giovanna è mancata quella forza che ho io, travolta come lei da un odio e una cattiveria social violentissimi».

Dove riesce a trovare la forza per reagire?
«Dalla mia famiglia che mi sta vicina e mi sostiene, e dagli amici più cari che mi stanno aiutando tanto».

Costretta a chiudere tutti i suoi canali social, gli haters non possono più riversarle addosso il loro odio.
«Macché. Utilizzano la pagina Google, quella delle prenotazioni del ristorante. Insultano sulla pagina di Trip Advisor. Sono stata costretta a cambiare numero del cellulare per le infinite telefonate anonime che ricevevo».

I colleghi concorrenti che hanno partecipato alla puntata si sono espressi pubblicamente in sua difesa, solidarizzando con lei per ciò che le sta accadendo. Hanno fatto un appello sulla Gazzetta di Mantova chiedendo che finisse la gogna che la sta travolgendo.
«Un gesto che ho apprezzato moltissimo. Al di là del gioco televisivo, siamo tutti e quattro lavoratori che credono in ciò che fanno. Che si alzano ogni giorno per mandare avanti l’attività».

A livello psicologico, come sta vivendo tutto questo?
«Non essendo una persona abituata a tutta questa attenzione mediatica e a tutto questo odio, mi sono molto spaventata. Soprattutto i primi giorni. Ho avuto uno sconvolgimento psicologico e fisico. Non dormo più la notte. C’è sempre il pensiero che mi possano arrivare persone sotto casa e commettere gesti improbabili».

Lei ha un figlio di dieci anni. Teme anche per lui?
«Io che da sempre accompagno mio figlio a scuola, ho paura ad uscire di casa».

Alessandro Borghese lo ha sentito?
«No, non l’ho più sentito dopo la fine delle riprese. Su di lui non ho però nulla da recriminare».

Per come sono andati i fatti, riparteciperebbe al programma? Ci dica la verità.
«Il programma lo rifarei, ma prenderei degli accorgimenti. Ho sottovalutato molti aspetti. Uno su tutti, le conseguenze di certi comportamenti. Sicuramente mi ridimensionerei nei giudizi».

Vuole dire qualcosa agli odiatori da tastiera?
«Vi prego, smettetela. Era solo un gioco e come tale va considerato. Ho un figlio piccolo. Almeno fatelo per lui». 

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