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Quarta Repubblica, Paolo Mieli affossa il Pd: "Per debellare i cacicchi servono 60 anni"

 Paolo Mieli

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Al centro dell'ultima puntata di Quarta Repubblica, su Rete 4, dell'8 aprile, condotta da Nicola Porro ci sono le inchieste giudiziarie che travolgono il Pd in Puglia e Piemonte. 

Il dibattito si accende sull'ultimatum lanciato dalla stessa segretaria dem Elly Schlein: "Abbiamo dei mali da estirpare, non vogliamo più vedere capibastone e cacicchi vari". Con chi ce l'aveva? Sicuramente con alcuni big del partito che esercitano sui territori - e sulle correnti - un forte potere accentratore. "Non vogliamo più vedere irregolarità sui tesseramenti", aveva aggiunto la Schlein,

 

 

La parola "cacicchi" del resto ha contrassegnato decenni di lotte di potere nella sinistra italiana. Una parola che oltre a Schlein ha usato contro di lei Giuseppe Conte: "Io sto con lei se combatte i cacicchi".

E attenzione, avverte Paolo Mieli, perché "Schlein si è messa vicino Francesco Boccia che i cacicchi li conosce molto bene. Le battaglie contro i cacicchi hanno una loro storia, erano dei ras e per debellarli - si calcola da storici - ci vogliono una sessantina d’anni. Di questi sessant'anni 27 sono già passati. Da allora dura una guerra che per adesso vincono i cacicchi. Perché il cacicco è furbo", sottolinea l'editorialista e già direttore de Il Corriere della Sera. Che conclude: "Spero che Schlein stia altri trent'anni e vinca la guerra contro i cacicchi". 

 

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