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Il semaforo "intelligente" al debutto, sarà un massacro: come e per cosa ti multa

Matteo Legnani
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Vi conviene imparare da Leclerc e Sainz, guardando come sulla griglia di partenza dei Gran Premi di Formula 1 piazzano le loro monoposto stando ben attenti a non andare oltre la riga bianca che indica la loro posizione. Se lo fanno, possono incorrere in penalizzazioni e pregiudicare la gara, e persino essere squalificati. Certo, voi non correte il rischio di essere “squalificati” fermandovi al semaforo con la vostra auto di tutti i giorni. Ma, grazie (per colpa?) ai nuovi “semafori intelligenti” il rischio di una multa lo correte eccome.

L’ultimo marchingegno, frutto delle elucubrazioni di amministrazioni comunali sempre più ansiose di cavare di tasca soldi agli automobilisti, si chiama “semaforo intelligente”. No, non siamo a quel punto. L’intelligenza artificiale qui non c’entra (ancora). Il semaforo è “intelligente” semplicemente perché è dotato di fotocellule in grado di rilevare le targhe dei veicoli che, con la luce rossa accesa, si fermano ma lo fanno andando al di là della linea di arresto e di quelli che, con il verde, transitano a una velocità eccessiva: insomma, in questa seconda ipotesi, una sorta di meccanismo “infernale” (per gli automobilisti) che combina il semaforo con la rilevazione delle infrazioni (che cioè becca chi passa col rosso) assieme a un autovelox.

 

 

Ad annunciare l’installazione di questi marchingegni in alcuni punti strategici della città è l’amministrazione comunale di Salerno, che vi ha investito una somma pari a 235mila euro. «L’installazione dei semafori intelligenti sarà accompagnata anche dal posizionamento di attraversamenti pedonali rialzati sulla Lungoirno, soprattutto nelle vicinanze delle scuole, al fine di garantire un transito più sicuro agli studenti. L’obiettivo principale è quello di migliorare la sicurezza stradale in un momento in cui i fondi disponibili sono limitati» ha spiegato l’assessore alla Mobilità del Comune di Salerno, Rocco Galdi, nel presentare l’iniziativa. «I semafori, che saranno in funzione 24 su 24, consentiranno un controllo sempre più efficace del rispetto del codice della strada, contribuendo a ridurre gli incidenti agli incroci e le violazioni» ha proseguito l’assessore. 

Ovviamente, lo scopo di questi semafori è quello di rendere più sicure le strade. Ma l’applicazione sempre più intensiva di sistemi (trappole?) elettronici per individuare quelle infrazioni sulle quali un tempo erano chiamati a vigilare gli agenti delle polizie locali, rende la vita sempre più difficile e stressante per gli automobilisti, che in molti centri urbani (come accade ad esempio a Milano, governata dalla giunta “anti-auto” del sindaco Beppe Sala) tra “zone 30”, aree con ingresso a pagamento, sosta ovunque (o quasi) a pagamento e autovelox sono tartassati da una mole di gabelle in continuo aumento. Che poi, l’intelligenza dei marchingegni (e di chi amministra le città) potrebbe essere applicata non solo per reprimere comportamenti scorretti, ma anche per rendere più scorrevole la circolazione automobilistica.

 

 

In tema di cosiddette “smart city” scrive, ad esempio, il sito web motorionline.com che esistono “semafori intelligenti” messi a punto per ricevere informazioni da sensori che possono essere spire induttive annegate nell’asfalto, pulsanti pedonali, radar appesi alla palina e telecamere appese ai pali che inquadrano la strada. E che sono in grado di utilizzare queste informazioni per rendere il proprio funzionamento più efficace a seconda delle zone in cui sono posizionati e degli orari della giornata, ad esempio prolungando la luce verde se non arrivano vetture o pedoni dalle altre strade dell’incrocio, e smaltendo così maggiormente il traffico.
 

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