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Chicago Med, l'epidemia alza lo share: le ragioni del record stagionale

Klaus Davi
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Vi proponiamo "Tele...raccomando", la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo

CHI SALE (Chicago Med)
Siamo a Chicago, il team ospedaliero del Gaffney Chicago Medical Center lavora col dipartimento di polizia e i vigili del fuoco per contrastare un diabolico virus. Questa la trama apocalittica della puntata Infezione - parte II della serie Chicago Med andata in onda giovedì mattina in replica su Italia 1, ma che fu trasmessa per la prima volta negli Usa nell’ottobre 2019, quindi prima dello scoppio del Covid, e in Italia proprio nel marzo 2020. 

Ma le sue immagini forti hanno colpito di nuovo visto che il serial ha segnato un record stagionale con l’8% di share, arrivando a picchi vicini al 10% con le scene del panico tra gli abitanti di Chicago e della rivolta del personale sanitario in quarantena. Mentre per la stampa mainstream il capitolo pandemia sembra ormai chiuso, i dati di quest'episodio di Chicago Med ci dicono che quanto meno a livello emotivo il ricordo è ben sedimentato. Ci sta pure che le varie guerre in corso adombrino battaglie di tipo batteriologico e tossicologico.

 

Insomma, uno scenario tutt'altro che rassicurante. Curioso però che a reagire agli stimoli del “medical drama” Usa siano i giovani, in teoria più distratti e disimpegnati, con share dell'8% tra i 15/19 anni e del 10% tra i 20/24 anni. Molto più dei talk, sono questi dati che dovrebbero far riflettere istituzioni nazionali e internazionali.

 

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