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Rai 3, Il Giro d'Italia senza voce? L'ultimo miracolo del ciclismo: ecco le cifre

Klaus Davi
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Vi proponiamo "Tele...raccomando", la rubrica di Klaus Davi dedicata al piccolo schermo

CHI SALE (Il Giro d’Italia) 
Lunedì pomeriggio è andata in onda la terza tappa del Giro d’Italia in versione “cinema anni ‘20” per effetto dello sciopero indetto dal sindacato dei giornalisti Usigrai. Per tre ore e mezza gli unici rumori che trapelavano dallo schermo sono stati le urla dei tifosi, l’elicottero per le riprese dall’alto, le auto ammiraglie delle squadre partecipanti o le parole tra i ciclisti in gruppo. Un effetto davvero surreale.

Certo, rispetto al primo weekend c’è stato un calo fisiologico di share ma, senza nulla togliere alla professionalità dei commentatori Rai Francesco Pancani, Davide Cassani e Fabio Genovesi, la curva degli ascolti, come segnala OmnicomMediaGroup, non sembra aver risentito più di tanto dell’assenza di telecronaca. La tappa Novara-Fossano ha tenuto infatti la media di 676.000 spettatori col 6.4% balzando a 1.053.000 teste e 12.5% all’arrivo in volata vinto dal belga Merlier davanti al nostro Jonathan Milan. Per gli esperti è stata dunque una prova di forza del brand Giro. 

Ma ciò che più colpisce è il boom presso i giovani: la fascia 15/19 anni sfiora il 24% di share staccando nettamente le altre, laureati al 13.2%, picchi del 30.1% in Piemonte. È ovvio che il contributo dei giornalisti sia indispensabile soprattutto per i tanti che seguono le tappe senza avere una precisa competenza e necessitano di una guida affidabile.

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