Modi garbati, sorriso rassicurante e viaggi, viaggi, e ancora viaggi per farci conoscere i posti più incredibili del mondo e dell’Italia. Osvaldo Bevilacqua è l’uomo dei record della tv mondiale per aver condotto ininterrottamente, per più di 40 anni e sulla stessa rete, una trasmissione (“Sereno Variabile”), ma anche per aver percorso 18 milioni di km, cioè come se avesse fatto 421 volte il giro del mondo e fosse andato 44 volte sulla Luna. Nel 2019 “Sereno Variabile” ha smesso di andare in onda, ma Osvaldo, che ora ha quasi 85 anni, continua a lavorare per i social. E per San Marino, dove fa parte del Corpo Diplomatico come Inviato Straordinario della Repubblica.
«Ben arrivato Alessandro, ha fatto un buon viaggio?».
Il navigatore annunciava traffico e incolonnamenti, invece è andato tutto liscio.
«Eh sì, ho sparato due dei miei missili e ho risolto tutto».
In che senso, scusi? Come mai ride?
«No niente, lasci stare».
Mah... Osvaldo Bevilacqua, partiamo da una curiosità: che ci fa a San Marino?
«È la mia seconda casa, nel senso che ci vengo da quando avevo 6 anni: i miei mi portavano in vacanza e sono cresciuto con Little Tony, che tutti guardavamo con ammirazione e invidia perché era famoso, girava in Ferrari e Jaguar e conquistava molte donne».
Ma lei ora ha casa qui?
«Sì, amo questa terra, la sua gente, e negli Anni ’90 mi hanno chiesto di entrare nella diplomazia: ho subito accettato, ma chiedendo di farlo senza compensi».
Di cosa si occupa?
«Di Comunicazione, Territorio, Cultura, Eventi e Rapporti istituzionali per San Marino, che è la più antica Repubblica del Mondo. Per un periodo ho collaborato anche con l’Ufficio dell’ ONU a Ginevra».
Impegnativo.
«Da quando sono in pensione, nel 2010, sono più spesso qui che a Roma. E poi..».
Dica.
«Nel corso della Premiazione dell’edizione 2025 del prestigioso “Premio Letterario Città di Castello” (PG), di cui sono uno dei componenti la giuria, che si svolgerà nella cittadina umbra il 18 ottobre, verrà conferito un Riconoscimento speciale alla Repubblica di San Marino per la generosità e altruismo dimostrati dalle autorità e dai cittadini sammarinesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Tutto raccontato nel libro, fuori concorso, “Storie e memorie di una scelta di solidarietà” della Prof.ssa Patrizia di Luca dell’Università di San Marino».
Come giornalista, invece, cosa fa?
«Lavoro il triplo rispetto a quando conducevo “Sereno Variabile”».
Che non va più in onda dal 2019. Perché? Spieghiamolo subito.
«Colpa del Covid».
Cioè?
«Prima del lockdown mi chiamano dalle alte cariche dello Stato e mi invitano ad aprire, immediatamente, dei profili social personali per tranquillizzare la gente “perché tra una settimana chiudiamo l’Italia a causa della pandemia che farà più vittime della seconda guerra mondiale”. Uno shock per me. Così nasce “Casa Osvaldo” per intrattenere i cittadini blindati in casa».
E “Sereno Variabile”?
«Quando finisce il lockdown la Rai mi propone di riprendere la trasmissione, ma sapendo che ci saranno altre limitazioni spiegano che al massimo potrei arrivare nelle vicinanze di Roma. A quel punto, allora, decido si smettere per non svilire una trasmissione che ha fatto la storia ed è nei Guinness dei Primati».
Già, un record Mondiale dopo 41 anni, 4.234 puntate e un totale di 1.965 ore di trasmissione.
«È stato il programma tv di viaggi di più lunga durata al mondo, di tutti i tempi, andato in onda ininterrottamente con lo stesso conduttore».
Osvaldo, ma la gente quando la vede cosa le chiede?
«“Perché non va più in tv?”».
Cosa risponde?
«Che porto avanti altri progetti».
Parliamone.
«Sono stato nominato “Ambasciatore in Italia e nel mondo de I Borghi più Belli d’Italia” con tanto di cerimonia in Senato. A ottobre inaugurerò il mio canale web, già operativo, kronostories.it, in pratica un telegiornale di sole belle notizie. Poi gestisco i miei profili Facebook con 118 mila follower, e su Instagram, collaboro con borghitalia, il profilo dei Borghi più Belli d’Italia che supera il milione di follower ed è primo in Europa e nel mondo tra gli account istituzionali con più di 300 milioni di visualizzazioni lo scorso anno. Con il Presidente Fiorello Primi ci stiamo impegnando per impedire lo spopolamento dei piccoli centri».
Quanti sono i borghi più belli?
«Ora 375, ma entro la fine dell’anno diventeranno 400».
Scoprire i social a 80 anni: che effetto fa?
«È divertente, io ho vissuto direttamente il passaggio dell’informazione dalla tv a Internet. Ed ero preparato perché ho insegnato giornalismo per 11 anni alla Luiss (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali)».
Complimenti, ma come fa ad avere tutta questa energia ed essere così in forma?
«Cammino tanto, in media 10 km al giorno. Poi sto attento all’alimentazione, mangio molto peperoncino ed evito il più possibile le medicine».
Perché quel sorriso?
«Quando mia moglie Sandra ha mal di testa, anziché darle farmaci, le appoggio le mani sulla fronte. E il dolore, in pochi secondi, passa».
Allora è vero, come si sussurra nell’ambiente, che Osvaldo Bevilacqua ha poteri speciali?
«Non so se siano poteri o solo coincidenze, ma funzionano. Chi ha lavorato con me lo sa bene».
Facciamo qualche esempio per capire meglio.
«Ho guarito registi dal colpo della strega e conosco i punti dell’agopuntura perché li ho appresi da un ragazzo vietnamita, ma soprattutto “aggiusto” il tempo».
Non rida. Raccontiamo.
«Quando dovevamo andare in onda ma c’erano nuvoloni e minacciava pioggia, indirizzavo le braccia verso l’alto e pum pum - fingevo di sparare missili: improvvisamente il cielo si apriva giusto per permetterci di registrare».
Ah, ecco a cosa si riferiva quando all’inizio parlava dei missili per il viaggio in autostrada.
«Esatto. La volta più clamorosa è stata a Gerusalemme: tra le nuvole nere si è aperto uno spiraglio di luce che ci ha illuminati, poi è sparito ed è tornato il buio. In quel caso mi sono spaventato anche io. Quasi ogni giorno, invece, mi succedono cose strane come trovare monete per strada...».
Sempre stato così dotato?
«Fin da ragazzino».
Torniamoci, al piccolo Osvaldo Bevilacqua.
«Nasco il 20 dicembre 1940 a Orte perché mamma Anna ha le doglie improvvise mentre sta tornando a Roma. Papà Giuseppe fa il pittore e realizza i ritratti dei Papi per il Vaticano e io, figlio unico, sono un bambino curioso e studioso».
Che scuole frequenta?
«Liceo classico, poi mi laureo. Ma quella cui tengo di più è la laurea ad honorem conferitami dall’Accademia Nazionale del Peperoncino!».
Quando si avvicina al giornalismo?
«A 18 anni. Mi piace scrivere e inizio a collaborare con “Paese Sera”, mi occupo di scienza e spettacoli e conosco Dario Argento, che fa il vice per il cinema: scrive benissimo e i suoi articoli sono pazzeschi».
Professionista dal 1973, lei diventa direttore del settimanale “Turismo domani” e fonda “Italia Regioni”.
«Poi approdo alla radio e, su RadioUno, conduco “Ticket” da Firenze. Divertendomi come un matto».
Perché?
«Siamo in diretta e facciamo scherzi di ogni tipo. Una volta mando in onda un falso Gr partendo con la sigla vera e scoppia un casino: non so che c’era un accordo tecnico per cui quella sigla dà l’input alle sirene di alcune fabbriche del Nord segnalando la pausa pranzo».
Il programma funziona e le propongono di farlo da Roma, così nascono “Week end” e poi “La Diligenza”, che porterà avanti parallelamente alla televisione per 20 anni.
«Un giorno però, nel 1978, mi convoca Massimo Fichera, che si sta occupando della nascita di Rai2: “Ti ascolto in radio e sei bravo, perché non mi fai un progetto per la tv?”. Penso subito ai viaggi, metto l’idea per scritto e gliela consegno. Gli piace molto. Chiedo: “Chi la presenterà?”. E lui. “Tu”. “Con questa faccia?”. “Sì, con quella faccia”». Come nasce il titolo?
«In quel momento vanno di moda quelli lunghissimi, ma io voglio qualcosa di sintetico legato al clima, perché quando si viaggia il tempo è importante. Qualcuno propone “Bello Stabile”, ma non mi convince. E mi viene l’intuizione: “Sereno Variabile”».
La prima puntata va in onda il 24 novembre 1978 e da quel momento racconta i posti più incredibili del mondo.
«Sono sempre in viaggio e vivo in aereo: vado a New York, torno e dopo tre giorni parto per Los Angeles, poi Seychelles, Caraibi».
Costi altissimi per la Rai.
«No, perché alle spese contribuiscono gli Stati che visitiamo».
Estero, ma anche Italia.
«Dopo 15 anni in giro per i paradisi del mondo decidiamo di dedicarci esclusivamente al Belpaese. Dove scopriamo borghi che pochi conoscono, ma con storie uniche». Cene consigli uno.
«Craveggia, in Piemonte. Arrivo e c’è una chiesa illuminata dall’oro. “Come fa a essere così lucida?”, chiedo. “Olio di gomito, viene pulita a mano con la mollica del pane”. Poi aprono un mobile in sacrestia e ci sono un’infinità di pietre preziose che tempestano parte dell’abito da sposa della sfortunata Regina di Francia, Maria Antonietta, e del manto funebre del Re Sole. Incredibile. Tutti oggetti realizzati in passato da una famiglia del paese per il re, e poi recuperati dopo la Rivoluzione Francese».
Altra esperienza da raccontare?
«Ad Altamura, in Puglia, mi indicano degli strani buchi per terra, spiegando che potrebbero essere “orme di dinosauro”. Resto perplesso. Dopo 40 anni mi richiamano: “Si ricorda quelle impronte? Ora ne abbiamo scoperte 20mila”. E in una grotta è stato ritrovato anche l’unico scheletro al mondo dell’Homo neanderthalensis».
Osvaldo, ma in tanti viaggi si è mai imbattuto in qualche situazione pericolosa?
«In Croazia, mentre sono in auto, un calabrone mi punge sulla schiena e vado in tachicardia. Ma quella volta in Thailandia...».
Che succede?
«Mi convincono a sperimentare il bungee jumping sopra un laghetto e accetto, ma solo a una condizione: che non mi facciano entrare in acqua perché non posso bagnarmi che poi ho la trasmissione. Pronti via, mi lancio, mi manca il fiato, vedo tutto nero e finisco il volo dentro il lago. Capito? Mi fregano. Così, quando c’è da lasciare una dedica sul librone degli ospiti, non mi trattengo e scrivo: “L’anima de li mortacci vostra”. Me ne vergogno ancora un po’».
Meraviglioso. Il cibo più assurdo mangiato in viaggio?
«Mauritius, stufi dei pasti italiani chiediamo qualcosa di locale e ci portano una salsa strana dentro una bottiglietta, che finiamo. Dormo malissimo e all’alba mi accorgo che la luce del bungalow di Maria Giovanna Elmi è già accesa. La raggiungo: “Che fai sveglia? Tutto bene?”. Lei, agitata: “Ho sognato che c’era un terremoto”. La guardo sorpreso: “Anche io”. Poi arriva il nostro operatore: “Sapete che ho sognato il terremoto?”. E capiamo che è l’effetto di quella maledetta salsa».
Maria Giovanna Elmi l’ha affiancata nella conduzione dal 1986 al 1993.
«Donna straordinaria, educata, stupenda, lavorativamente un treno come me».
Sa, vero, quale è la prossima domanda?
«Guardi, in quel periodo, quando siamo a cena, da sotto il tavolo saltano fuori i paparazzi per fotografarci e, quando andiamo al Circolo Polare Artico per raccontare come è un matrimonio in Lapponia, tutti pensano che siamo là per sposarci».
Quindi...
«No, nessuna storia sentimentale, ma una grandissima amicizia».
Osvaldo, continuiamo a parlare di donne e della sua vita privata.
«Dal mio primo matrimonio è nata Federica, che ora ha 35 anni e mi ha fatto diventare nonno. Dal 2003 sono sposato con Sandra Jacopucci, che ha 24 anni meno di me: l’avevo intervistata qualche anno prima nel suo ristorante a Tarquinia, antica capitale degli etruschi. Ma dopo la nascita dei nostri figli, Giorgio e Gabriele, rispettivamente nel 2008 e 2009, ha lasciato l’attività per dedicarsi alla famiglia».
Figli nati quando lei aveva 68 e 69 anni.
«Diventare padri in giovane età è bello, si cresce insieme. Ma in età avanzata è ancora meglio perché c’è più saggezza e ci si apre maggiormente».
Torniamo a “Sereno variabile”: oltre a raccontare posti meravigliosi lei ha realizzato anche interviste storiche a personaggi incredibili. Ne scelga due.
«Nel 1990 incontro Kevin Costner, reduce dal successo di “Balla coi lupi”. Sono gasato perché lo stimo molto, ma arrivo nel momento sbagliato: si sta lasciando con la moglie e tra una domanda e l’altra si mette al telefono a urlare come un pazzo. Va decisamente meglio, invece, con Sylvester Stallone».
Cioè?
«Mi concede un’intervista in esclusiva mondiale e lo raggiungo nel deserto israeliano, dove sta registrando “Rambo 3”. Arriviamo sul posto con tre troupes e lo chiamiamo, ma non risponde mai. Panico. Poi, finalmente, lo trovo e mi spiega che la sera va a letto presto e ogni mattina si alza alle 4 per fare due ore di palestra prima delle riprese».
Beh, per mantenere il fisico di quegli anni...
«Sì, ma la sorpresa è che è alto, anzi basso come me. Comunque inizia l’intervista e penso: “Ora lo metto in difficoltà e, amichevolmente, ci facciamo due risate”. Così, ricordando le sue antiche origini pugliesi, gli chiedo se conosce qualche personaggio della letteratura o pittura italiana. Risultato: mi sotterra e inizia a parlare del Rinascimento, praticamente ne sa quasi più di me».
Perché quel sorriso?
«Più tardi, per Maria Giovanna Elmi, interrompe le riprese del film e le fa fare un giro a cavallo con lui nel deserto. Con il disappunto della produzione».
Interviste a parte, c’è un incontro che oggi, ripensandoci, la emoziona ancora?
«Con Papa Giovanni Paolo II: durante tutto il nostro colloquio mi ha tenuto affettuosamente una mano sulla spalla e non lo dimenticherò mai.
Qualche anno fa, invece, ho conosciuto Papa Francesco: mi ha confessato di aver scoperto la necropoli all’interno di San Pietro grazie a “Sereno Variabile”».
Osvaldo, siamo alle ultime domande veloci. 1) Rapporto con la religione?
«Intenso, la fede mi ha accompagnato fin da piccolo: ho fatto il chierichetto, lo scout e militato nell’Azione Cattolica».
2) Paura della morte?
«No, fa parte della vita. E in famiglia siamo particolarmente longevi: mia mamma è morta a 101 anni, mio nonno a 98, mio zio a 97 e una zia di Bergamo ora sta per compiere i 100».
3) L’ultima volta che ha pianto?
«Ogni giorno guardando i telegiornali».
4) Cosa ne pensa dei giovani?
«Qualcuno li considera sbandati, ma non è colpa loro: la nostra generazione non ha saputo creargli un futuro adeguato».
5) È mai stato tentato di tradire la Rai?
«Prima della pensione ho ricevuto offerte clamorose per incarichi importanti, ma sono sempre rimasto legato al servizio pubblico. Oggi il firmamento televisivo è cambiato e seguo con interesse i dibattiti e l’approfondimento sulle Reti Mediaset condotti da stimatissimi colleghi giornalisti».
Ultimissima. Lei ha viaggiato ovunque: c’è un posto in cui non è ancora stato e sogna di andarci?
«Nello spazio. Io sono anche giornalista aerospaziale e ho sperimentato pure i Tornado, ma vorrei tanto vedere la nostra Terra dall’alto. In passato mi ero già quasi accordato con la Nasa per poterci andare, ma mia moglie mi aveva dissuaso. Ora forse è un po’ tardi, ma non si sa mai...».