Prime borseggiatrici in cella a Venezia, perché sono state redatte ventitre misure cautelari del giudice e, finora, sono state rintracciate solo sei persone. Ricostruiti colpi per 50 mila euro, con un racket molto violento alle spalle. Una ragazza, incinta, è stata presa a pugni per essere costretta a rubare. Il fenomeno, ovviamente, non riguarda solo la città lagunare ma tutte le grandi città turistiche italiane.
Le manette sono scattate per venti donne e tre uomini, la maggioranza di origini bosniache e croate. Tutti senza fissa dimora. I provvedimenti sono stati emessi dal gip Lea Acampora, su richiesta del pm Giorgio Gava. I reati contestati sono disparati: furto in concorso, violenze e minacce, lesioni, indebito utilizzo e falsificazione di carte, ricettazione, riciclaggio e sfruttamento di minori. Un gruppo criminale specializzato, un’associazione a delinquere.
Se ne parla a Quarta Repubblica, programma d’approfondimento condotto da Nicola Porro, in onda tutti i lunedí alle 21.30 su Rete4. Lo stesso Porro chiede una fotografia del problema a Simonetta Matone, magistrata e politica italiana, dal 13 ottobre 2022 deputata alla Camera per la Lega: "Per tantissimi anni, per 17 anni, sono stata PM per i minori e Roma era letteralmente flagellata in quegli anni da borseggi con queste modalità, ma commessi dai bambini. Ecco perché c'era questa competenza. Io sono stata la prima e spero non l'ultima a contestare nel nostro Paese l'associazione delinquere di stampo mafioso, perché ero riuscita a procurarmi tutta una serie di reportage fotografici su quello che accadeva in questo campo, dove questi bambini venivano radunati, portati in centro, costretti a borseggiare, massacrati di botte se non rubavano. Non andavano a scuola, non erano vaccinati e venivano sottoposti a maltrattamenti di tutti i generi se non rubavano".
"Questo modello è stato abbandonato, perché ci sono stati interventi molto duri sui minori. La mia indagine – conclude la Matone - fu un vero fallimento, perché riuscì a far portare via 27 bambini e ne scapparono 20, solo 6 rimasero nella casa famiglia dove li avevo messi, ma quando il tribunale per i minorenni abilitò le visite dei genitori, questi li rapirono e la storia è finita. Ora questo modello si è modificato e ha come protagonista le donne, cioè queste che noi chiamiamo giustamente borseggiatrici".
"Io sono stata la prima a contestare l'associazione a delinquere di stampo mafioso, questi bambini venivano sottoposti a maltrattamenti di tutti i generi se non rubavano."#Matone#quartarepubblica pic.twitter.com/JqvB5hpFYe
— Quarta Repubblica (@QRepubblica) November 17, 2025