1 maggio: Diodato, suonare a Taranto importante, e' specchio del Paese
Roma, 29 apr. (Adnkronos) - "Taranto è la mia città, e questo concerto, come è accaduto lo scorso anno, rappresenta un momento storico: sono felice, perchè le sensazioni che ho provato nella prima edizione mi hanno accompagnato nel corso di un anno importante per me, le ho portate anche sul palco di Sanremo". A dirlo all'Adnkronos è Diodato, il cantante tarantino che, reduce dal successo sanremese della sua 'Babilonia', sta per salire sul palco della sua città per il concerto dell'1 maggio, organizzato da Roy Paci e Michele Riondino, per la seconda edizione di una manifestazione all'insegna del lavoro e della grande musica. "Partecipando -sottolinea il cantante, che sta condividendo con Fabio Fazio anche l'esperienza televisiva di 'Che tempo che fa', dove esegue dei brani che omaggiano la canzone italiana- hai la sensazione che lì abbia veramente senso parlare di lavoro: non che non lo abbia altrove, ma a Taranto hai la sensazione di essere dentro una situazione così problematica ed evidente che ogni cosa che dici ti ritorna con un peso specifico diverso". Alla kermesse prenderanno parte grandi nomi della musica italiana, dagli Afterhours a Vinicio Capossela, da Fiorella Mannoia ai 99Posse e Caparezza. "Credo sia importante tenere sempre accesa la luce sulle problematiche che vive Taranto -è l'affondo di Diodato- una città che è specchio del paese: una bellezza incredibile, una grande fortuna che dovrebbe essere quella di chi ci vive, ma una fortuna 'stuprata' da delle scelte scellerate che non sono degne di un paese civile". Parliamo "del caso Ilva, del ricatto occupazionale, del fatto che sia una delle città italiane con il più alto tasso di tumori in Europa e anche col più alto tasso di disoccupazione. E' evidente che c'è qualcosa che non va", spiega. Ma Taranto è anche una città che gli è rimasta nel cuore: "Io sono andato via con una certa rabbia, c'era la volontà di allontanarmi, ma adesso ci torno molto volentieri -rivela il cantautore pugliese- perchè ho la sensazione che stia accadendo qualcosa, una sorta di rivoluzione anche culturale: c'è un fuoco che brucia a Taranto, ci sono tanti giovani che lottano per il loro futuro". E conclude offrendo uno spunto per il futuro della sua città: "A volte penso che se fossimo nell'Ottocento, quando gli scrittori e gli artisti sceglievano alcune città per ritrovarsi, parlare, Taranto sarebbe stata una di quelle".