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Venezia: Davide Ferrario, il progresso e' un patto con il diavolo (2)

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(Adnkronos/Cinematografo.it) - "Con questo film - ci conferma Ferrario - mi proponevo di raccontare ciò che si è dimenticato, e cioè che dietro il mito dell'industrializzazione e della tecnologia ci fosse un sentimento positivo. La mia generazione e quelle ancora precedenti sono cresciute all'ombra di quest'utopia. A ripensarci oggi sembra quasi incredibile, ma all'epoca, almeno fino alla grande crisi petrolifera degli anni '70, tale utopia trascendeva le fazioni politiche, apparteneva tanto alla destra quanto alla sinistra". Scelta forte e vincente de 'La Zuppa del Demonio' è quella, prediletta dal regista, di lasciare che siano i documenti e le immagini a parlare, escludendo momenti canonici del documentario come interviste e commenti da parte di singoli individui. "Amo raccontare storie - ci dice il regista -. Sono contro il cinema a tesi e contro certa tipologia di documentari didascalici. Mi piace lavorare con il materiale d'archivio e, tramite il montaggio, offrire allo spettatore un nuovo senso e nuovi significati alle immagini". (segue)

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