Lirica: Bianchi, decreto Bray evita liquidazione Maggio Fiorentino (2)
(Adnkronos) - Anche sui criteri di ripartizione del Fus stabiliti dal decreto, il giudizio di Bianchi e' positivo. "E' chiaro -sottolinea- che quando si parla del 25% erogato in base alla qualita', e' difficile stabilirlo, ma in genere giudico molto positiva anche questa clausola. Perche' lo Stato deve dare soldi a roba di serie B? Mi sembra che il decreto dica: 'Care fondazioni, fate coproduzioni, mettete in scena spettacoli che abbiano qualcosa da dire, producete cultura, perche' i soldi li avete per questo, non tanto per tenere impiegata le gente'". Inoltre, afferma, "se guardo questo decreto, leggo chiaramente che il gestore e' il sovrintendente, che ha la responsabilita' ultima, come l'amministratore delegato di un'azienda. Gli indirizzi strategici gli vengono dal consiglio di indirizzo, ma lui deve mandare avanti un teatro con un direttore artistico e un direttore musicale che abbiano un peso enorme e che siano presenti e se ne occupino concretamente, non che si vedano solo per due mesi all'anno..." "Fare programmazione artistica vera deve essere l'obiettivo delle fondazioni -prosegue il commissario del Maggio- e questo decreto ti mette in condizione di farlo se diventi un teatro virtuoso dal punto di vista dei numeri. Alla Staatsoper di Vienna, ad esempio, lo Stato da' 50 milioni di euro all'anno e il teatro vende biglietti per 35 milioni. Il Maggio invece ha un valore di produzione pari a 32 milioni di euro dei quali 27 arrivano dai contributi statali (14 milioni) e degli enti locali. Ne rimangono solo 5 di ricavi, e quella e' la vera produzione. C'e' stato chi si e' molto arrabbiato quando ho detto che il Maggio e' uno stipendificio -conclude Bianchi- ma di fronte a queste cifre, lo e' o non lo e'?".