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Mika: "Ho rifiutato Sanremo perché è troppo presto"

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Firenze, 10 gen. - (AdnKronos) - "Mi è stato proposto di condurre il Festival di Sanremo, mi hanno chiesto se fossi interessato; non è stata però un'offerta chiara. Ho risposto che onestamente non ero a mio agio nel fare una cosa del genere: per me è troppo presto per condurre Sanremo; è il più grande show in Italia, si deve farlo con grande esperienza, non basta il senso dello show, altrimenti diventa facile cadere nel rischio della superficialità". Lo ha detto il cantante Mika a Firenze, parlando con i giornalisti, a margine della consegna dell'onorificenza delle Chiavi della Città da parte del sindaco Dario Nardella. La preparazione del Festival di Sanremo, ha sottolineato Mika, richiede "un lavoro profondo, devi sporcarti le mani e conoscere la cultura pop dell'Italia di oggi e soprattutto del passato". A Festival di Sanremo quest'anno come ospite "non ci sarò; quest'anno lo guarderò da lontano - ha chiarito il popolare cantante - L'anno scorso l'ho visto sul mio divano, bevendo troppo vino rosso e mangiando troppo cioccolato con Roberto Bolle. Sanremo è molto divertente, è come una soap opera, un musical di quattro serate. E' uno spettacolo molto affascinante". Alla domanda se tra i cantanti in gara ce n'è qualcuno per cui fa il tifo, Mika ha risposto: "dipende, dobbiamo vedere, tutto cambia quando gli artisti salgono sul palco. A Sanremo c'è questa magia per cui un artista cambia sul palco. Un piccolo artista di cui tutti dicono che andrà a casa sul palco poi diventa molto diverso e prende spazio, mentre un altro magari più grande sul palco di Sanremo diventa più piccolo. C'è questo aspetto trasformativo sul palco di Sanremo. E' questo è anche quello che tutta la gente a casa vuole vedere". "Le cose che funzionano a Sanremo sono le cose più semplici. Conta il rapporto umano: questi artisti che scelgono di mettersi in gioco ed entrare per una settimana nel salotto di tutti gli italiani", ha concluso Mika. Mika è intervenuto anche a proposito del discusso cambiamento del finale della 'Carmen', promuovendolo: "Mi è piaciuto molto - ha detto - il finale cambiato della Carmen del Maggio musicale fiorentino. Sono contento che la Carmen non muoia; una donna non deve sempre essere un'eroina nella morte; una donna può anche essere un'eroina senza morire". Il cantautore e showman libanese naturalizzato britannico ha parlato bene della tv italiana, rispondendo a domande su eventuali nuovi progetti televisivi dopo il successo di "Casa Mika" su Rai2. "In questo momento faccio il mio nuovo album. Ma la tv mi piace, perchè è molto divertente, e in Italia c'è sempre questa voglia di rischiare con la tv. Anche nel servizio pubblico. Sono cresciuto nei paesi in cui c'è l'idea di prendersi rischi anche con il servizio pubblico, Bbc, France Tv, Rai. Ma in America, dove sto lavorando adesso, non c'è questa cosa. Mika ha raccontato poi di aver visitato la Cappella Brancacci all'interno della chiesa di Santa Maria del Carmine di Firenze e di essere rimasto estasiato da "questo capolavoro" della pittura del primo Rinascimento. Poi ha confessato: "Se ci fosse la possibilità, mi piacerebbe tanto cantare in quella Cappella". Rispondendo infine ad una domanda sull'esigenza di introdurre in Italia norme a favore dell'adozione di bambini da parte delle coppie gay, Mika, omosessuale dichiarato e icona dei diritti civili, ha detto: "Tutto quello che può aiutare a incoraggiare questa idea che è l'investimento tra una persona e l'altra, una donna e un uomo, due donne, due uomini, non importa. Quando una persona dice 'ti amo, voglio passare la mia vita con te', se noi diciamo di no, o se noi blocchiamo tutte le altre conseguenze di questo patto, il no può provocare solamente conseguenze negative. Invece se diciamo sì possiamo provocare solo cose belle". "L'amore si provoca con l'amore e la tolleranza - ha aggiunto Mika - L'intolleranza, l'odio e anche la violenza si provocano solamente con il no. La matematica di questo principio è abbastanza chiara, però ci vuole un po' di tempo".

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