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Inter, Massimo Moratti: "Rimango azionista". Ecco tutti i perché del suo addio

michele deroma
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Il giorno dopo l'annuncio clamoroso delle dimissioni da presidente onorario dell'Inter, Massimo Moratti è stato intercettato appena fuori dagli uffici della Saras. L'ex patron nerazzurro ha chiarito che manterrà il ruolo di azionista nella società milanese: "Le quote sono mie e le tengo, non le vendo", ha affermato Moratti, che detiene ancora il 29,5% della società. Sulla questione allenatore, e sulle frasi su Mazzarri (con la risposta sibillina del tecnico toscano), Moratti ha glissato: "Lui non ha detto niente di sgradevole, e nemmeno io. Ho semplicemente fatto il mio tempo". La questione economica - Intanto, secondo diverse indiscrezioni, il rapporto tra Massimo Moratti e il resto della nuova società nerazzurra si è logorato col passare del tempo, fino all'annuncio di ieri. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, tuttavia, non sarebbe stata quella frase ad effetto su Mazzarri ("Deve fare risultati, altrimenti...), ma la situazione economica dell'Inter, con un debito di 103 milioni di euro e un rosso che Thohir ha scaricato sulla gestione morattiana della società. Da mesi infatti, come ha rivelato la Gazzetta dello Sport, Moratti era infastidito dai continui riferimenti della nuova proprietà alla gestione economico-finanziaria precedente, sebbene solo in un'occasione lo abbia detto pubblicamente: "Consiglio a Thohir di non continuare a parlare di club da risanare", ha detto a Latina nel maggio scorso. Del resto, Thohir non ha investito di tasca sua - a parte quando ha definito l'acquisto della società - ma ha ottenuto un finanziamento di 230 milioni di euro da parte di diversi istituti di credito. Giocatori e tecnico - La questione economica non è comunque l'unica alla base dell'addio di Moratti. L'ex patron sarebbe rimasto infastidito da come sono stati trattati diversi personaggi storicamente legati alla sua Inter, come alcuni eroi del Triplete, come Cambiasso, Cordoba, Milito e lo stesso Zanetti, nominato vicepresidente ma con un'anomala carica biennale. E inoltre, sul tavolo dei problemi, c'è anche la gestione del tecnico Mazzarri: in estate Thohir aveva manifestato dubbi sul rinnovo contrattuale per l'allenatore, Moratti gli disse di prendere tempo, ma due giorni dopo arrivò la notizia del prolungamento di contratto. Un rapporto logoro da tempo - Insomma, in un anno la convivenza forzata tra il nuovo presidente Thohir e lo storico patron Moratti si è logorata, per diversi motivi. Quello di ieri è soltanto l'epilogo di un rapporto in crisi già da molto tempo.

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