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Biasin: "Sto con la Pulce. Rende facile l'impossibile"

Nicoletta Orlandi Posti
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I detrattori per definizione «detraggono». E, quindi, prima di Barça-Bayern: «Messi è bravino ma niente di ché. Diego ha vinto un Mondiale, lui no». In effetti è solo arrivato in finale. Al Maracanã. Poco? I detrattori l'hanno infine presa in quel posto quando ai minuti 77' e 80' la Pulce ha generato prurito insopportabile a Neuer e panzer assortiti. I gol «marziani» li avete visti, inutile tornarci su. Giusto invece rispolverare l'antico dilemma: «È costui il migliore di sempre?». E ancora: «È costui meglio di Cr7, altro illuminato?». I detrattori (che «detraggono») dicono «Meglio il portoghese perché tra l'altro è anche pieno di gnagna», altri ancora son senza vergogna: «In fondo mercoledì ha segnato solo un gol più di Padelli». La verità è che non c'è una verità. Messi deve dire grazie a mammà, al fatto di essere uno che non sputtana tutto in vizi, soprattutto deve ringraziare la provvidenza, quella che gli permette di essere sempre al posto giusto, quella che se un pallone sembra ingestibile lui lo tratta come se fosse un SuperTele da oratorio. È il più forte, ha altri 7-8 anni per dimostrarlo. I detrattori non lo ammetteranno mai, ma mercoledì la pensavano come il noto telecronista: «'Ccezzionale!». di FABRIZIO BIASIN

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