Sesso, alcol, biscotti, strani gol e ragazze nell'hotel: tutti i sospetti sul Mondiale 2018
Se le perle che ci ha regalato il Sudamerica nell' ultimo turno delle qualificazioni a Russia 2018 saranno solo l' antipasto, prepariamoci a una Coppa del Mondo con un menù dell' altro mondo. Forse sarà un caso ma proprio gli Stati Uniti, i principali fautori della caduta di Blatter e da sempre i più convinti sostenitori che il Mondiale assegnato a Mosca (e quello del 2022 al Qatar) sia stato frutto della corruzione, in Russia non ci saranno. Dopo aver giocato tutte le edizioni dal 1986, un gol fantasma (o meglio, inesistente) di Panama consente proprio ai canaleros di agguantare un' inedita qualificazione cacciando fuori gli yankees. Un evento storico che il presidente Varela ha fatto santificare con un giorno di festa nazionale. Era sul palo - Tutto rimbalza intorno a quel pallone che il panamense Gabriel Torres ha provato a spingere nella porta del Costa Rica ma che per due volte è rimasto sul palo, prima che un difensore lo spedisse in corner. L' arbitro Walter Lopez, però, ha convalidato la rete (no, il Var non c' è: e il gol è valso l' 1-1, prima del decisivo 2-1 all' 88' firmato Roman Torres, che gioca a Seattle) spedendo gli Usa e il ct Bruce Arena dallo psicanalista, dove stanno pensando di far ricorso alla Fifa, puntando sul recente precedente, il clamoroso errore arbitrale in Sudafrica-Senegal per cui è stata disposta la ripetizione. Ragazze in hotel - Non poteva mancare lo scandalo sessuale. Dudamel, ct del Venezuela, ha svelato che nell' albergo della sua squadra alla vigilia della partita in casa del Paraguay, ancora in corsa per acciuffare lo spareggio, «sono arrivate molte chiamate e il nostro hotel era pieno di donne avvenenti che hanno chiaramente cercato di sedurre i giocatori». È finita che qualcuno in camera ha avuto compagnia, ma il Paraguay ha comunque perso 1-0 contro i venezuelani, da tempo ultimi nel girone ma davvero sul pezzo. Quando si dice che il sesso prima delle partite fa male... Le sbronze - Certo, con questa teoria non sarà d' accordo la moglie del portiere e capitano del Cile, Claudio Bravo, campione d' America ma eliminato. La signora Carla Pardo ha infatti accusato i compagni di squadra del marito di scarsa professionalità durante le gare di qualificazioni ai Mondiali, inframezzate, a suo dire, da bollenti festini notturni in cui molti di loro avrebbero pure alzato il gomito tanto che molti non stavano neanche in piedi agli allenamenti. E qualcuno, ancora sbronzo, certe volte non si è nemmeno presentato al campo. L' epilogo, il 3-0 incassato dal Brasile, ha fatto saltare il tappo... La valigetta - Ad alto tasso di sospetto anche la vigilia fra l' Ecuador e l' Argentina, già nella bufera la settimana scorsa per la visita a domicilio ricevuta dal presidente Fifa, Infantino, prima della partita col Perù. Secondo alcuni giornalisti, sarebbero stati pronta una valigetta piena di soldi per convincere i giocatori di casa a far fuori Messi e compagni: ma il 3-1 rifilato dalla Pulce agli spaesati ecuadoregni mette al riparo da qualsiasi sospetto. Il biscotto - Le dietrologie però trovano campo aperto quando si dà un' occhiata ai video di Perù-Colombia. A pochi minuti dalla fine, il Tigre Falcao è stato più volte inquadrato dalle telecamere con la mano davanti alla bocca a parlottare con ogni giocatore peruviano che gli passava a tiro: con il disastroso 3-0 che affondava il Cile, l' 1-1 fra Perù e Colombia qualificava direttamente i colombiani e spediva a un insperato playoff (contro la Nuova Zelanda) i peruviani. Un biscottone talmente goloso che era impossibile farselo sfuggire. Del resto, che il Perù sia terra d' elezione per i pasticceri pallonari, lo spiega bene quanto successe in Argentina al Mondiale del 1978. Alla Seleccion di Kempes, e soprattutto dei generali al potere, serviva vincere con 4 gol di scarto, mentre i peruviani erano ormai eleminati: finì 6-0, «eroe» della serata il portiere del Perù, il famigerato Ramon Quiroga, argentino naturalizzato peruviano, nato a Rosario e che nel Rosario aveva iniziato la carriera. E dove si giocava quella sera? A Rosario... di Tommaso Lorenzini