Liga, tutti gli scarti della Serie A che hanno sfondato in Spagna
Seppur accomunate dalla latitudine, dal clima, da un idioma parecchio simile e da una evidente passione per la mondanità, non è un segreto che Italia e Spagna concepiscano il calcio in maniera opposta. Antitetica. Per questo, a un certo Dna di tecnici e giocatori corrisponde una certa capacità di incidere nell' uno o nell' altro sistema. Senza interscambio. I calciatori in grado di fare bene sia in Serie A che in Liga si contano sulle dita di una mano, e quasi tutti sono ascrivibili alla categoria dei fenomeni (Ronaldo, Zidane etc). I presunti tali, invece, sono ancora ben impressi nella mente dei malcapitati tifosi delle squadre che li hanno ingaggiati (Mendieta e De La Pena alla Lazio, Torres al Milan, Bojan alla Roma alcuni dei più recenti). Stesso discorso per i tecnici (Capello, Ancelotti), a fronte di fallimenti anche rumorosi (Sacchi, Prandelli, De Biasi, Ranieri). E che dire della parentesi romana di Luis Enrique, cacciato a furor di popolo prima di andare a vincere qualsiasi cosa col Barcellona. Le eccezioni, però, sono il sale della vita. E così ci sono stati e ci sono tutt' ora spagnoli più adatti all' Italia che alla madrepatria (Borja Valero, Reina, Callejon) e italiani adottati dalla Spagna (Maresca, Panucci, Carboni). I n generale, però, vale la regola dell' incompatibilità tecnico-tattica. E lo si vede bene in questo 2017/18, con diversi flop della Serie A rinati in Liga. Zaza (16 gol in un anno solare) e Kondogbia (23 presenze e 3 gol in stagione) al Valencia sono devastanti; Pazzini al Levante (dopo metà stagione da riserva nel Verona) ha segnato 1 gol in 13' giocati nel 2-2 contro un certo Real Madrid; José Angel, scaricato dalla Roma, è oggi capo-assist della Liga nell' Eibar (7, uno più di Jordi Alba). E che dire di Christian Stuani, da meteora della Reggina a bomber del Girona (12 gol in stagione). L' Alaves, invece, ha in rosa un Rodrigo Ely titolarissimo e un vivace Bojan Krkic. All' Espanyol, invece, fanno bella figura due tremendi ricordi del Milan: Didac Vilà e Diego Lopez (titolare nelle ultime 4). Spera di fare lo stesso pure Carlos Sanchez, appena arrivato dalla Fiorentina. L' altro ex viola Tello ha messo a segno 6 gol e 4 assist al Betis, dove il gioiello romanista Sanabria contava 7 gol in 12 partite, prima di infortunarsi al ginocchio. Di Vitorino Antunes, invece, a Roma non si ricorda quasi nessuno, ma a Getafe è il terzino sinistro titolare (22 presenze, 2 assist). Al Deportivo il nuovo allenatore Seedorf troverà Guilherme in mediana, in prestito dall' Udinese, mentre col Villareal hanno iniziato una nuova vita Bonera (11 volte titolare) e Bacca (già 10 gol), assieme a Sansone e Soriano che però Samp e Sassuolo avrebbero tenuto volentieri. La Capitale dei redivivi è però Siviglia, non solo con Montella in panchina, ma pure con Simon Kjaer (altro ex Roma) e Ever Banega (4 gol e 5 assist) a fare la voce grossa insieme a Vazquez (2 gol, 5 assist), Correa (5 gol, 5 assist) e Muriel (7 gol, 2 assist). Un' isola felice, perfetta per far rinascere quei calciatori che i club di Serie A manderebbero sì in Spagna, ma in pellegrinaggio a Santiago di Compostela. di Daniele Dell'Orco