Milan, i conti non sono ancora in ordine: perché non ci sono ancora i 10 milioni di mister Li
Sono arrivati. Anzi no. Contrordine, in Lussemburgo non c' è ancora nessuna traccia dei 10 milioni con i quali Yonghong Li è chiamato ad onorare la prima tranche del nuovo aumento di capitale. Quello da 37,4 milioni di euro, quello che il fondo Elliott si era offerto di garantire e che invece, a quanto pare, il patron del Milan vuole versare in piena autonomia. Forse i soldi spunteranno, come per magia, già nella giornata di oggi, ma il punto è un altro. La vicenda di mister Li sulla tolda di comando rossonera è a un bivio. O svolta (e 10 milioni non rappresentano certo una svolta) oppure anche il club da qui a breve potrebbe avere dei problemi. Vediamo perché. Leggi anche: Milan, la boccata d'ossigeno dagli Usa: arrivano 35 milioni È chiaro ormai a tutti che la nuova proprietà da diversi mesi versi in una situazione di difficoltà finanziaria. Ci sono documenti che dimostrano come il patron asiatico sia stato costretto ad accettare tassi del 24% pur di ottenere la proroga di un finanziamento da 7 milioni ottenuto ad Hong Kong da tale Teamway International Group Holdings. E pare che i nuovi capitali starebbe per arrivare attraverso gli stessi canali. Insomma è un continuo tamponare. Che non piacerà ai guardiani del fair play finanziario dell' Uefa che nello scorso mese di dicembre avevano bocciato la richiesta di voluntary agreement presentata dalla società di via Aldo Rossi. In quell' occasione i commissari del calcio europeo erano stati molto chiari: «Il problema del Milan è che ci sono troppe incertezze sul rifinanziamento del debito». Cosa volevano dire? In soldoni il concetto era, Yonghong Li deve restituire 380 milioni (capitale più interessi e costi vari) al fondo Elliott entro il 15 ottobre del 2018. Se non paga la società passa al fondo speculativo americano. E poi? Cosa succederà? Troppi rischi, troppa incertezza e soprattutto troppo poco tempo. Morale: serve quanto prima un' operazione di rifinanziamento del debito in modo da allungare la scadenza e avere almeno qualche altro anno a disposizione per programmare. Bene. Da qui a qualche settimana, il 19-20 aprile, l' ad Marco Fassone tornerà a Nyon per presentare la nuova situazione finanziaria del club, ma a quanto pare non è cambiato nulla. Tre mesi fa c' era in ballo il rifinanziamento con il fondo Highbridge, oggi, invece, è stato dato mandato a Merrill Lynch, ma in entrambi i casi senza risultati. Il problema è sempre lo stesso: non si trovano soggetti disposti a prestare soldi alla Rossoneri Sport, la società lussemburghese con la quale Yonghong Li controlla il Milan. O meglio, non si trovano soggetti disposti a finanziare mister Li. Lo sanno anche all' Uefa e infatti, il vero rischio è che, senza novità di rilievo, da Nyon possano arrivare le sorprese più sgradite, quelle che partono dal blocco del mercato e arrivano fino all' esclusione dalle coppe. Per questo Elliott si era detto disponibile a garantire l' aumento di capitale da 37,4 milioni. Per tutelare quello che potrebbe diventare a breve un suo bene: il Milan. di Tobia De Stefano