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Inter-Napoli, morto l'ultrà investito

AdnKronos
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Milano, 27 dic. - (AdnKronos) - E' morto il tifoso interista di 35 anni investito ieri da un van di tifosi a Milano prima della partita Inter-Napoli. L'uomo, a quanto si apprende dall'Ospedale San Carlo e dalla Questura, è deceduto questa notte in sala operatoria. Il giovane, un ultrà, si chiamava Daniele Belardinelli e secondo quanto riferito dal questore di Milano, Marcello Cardona in conferenza stampa, sarebbe stato investito da "un suv di colore scuro" il cui conducente ancora non è stato identificato. Dalle prime indicazioni, era emerso che si sarebbe trattato di un van di tifosi del Napoli, circostanza che al momento non viene confermata: secondo quanto si apprende, la polizia sta visionando centinaia di filmati delle telecamere fuori San Siro per individuare i responsabili dell'uccisione dell'uomo, al momento non vi è alcuna certezza che al volante della macchina che ha investito l'ultrà ci fosse un tifoso napoletano. Sei in tutto le persone indagate per la morte dell'ultrà. Secondo quanto apprende l'Adnkronos da ambienti investigativi, sono state effettuate dieci perquisizioni. Il calcio, però, non si ferma e il campionato va avanti: questa la decisione del numero uno della Figc Gabriele Gravina, che ha dato il via libera alle squadre, sabato regolarmente in campo. GLI ARRESTI - Intanto, nel corso di un'operazione condotta nella notte, la Digos di Milano ha arrestato due tifosi ultras dell'Inter, mentre una terza persona quasi sicuramente sarà arrestata nelle prossime ore. E non si escludono altri arresti. Tra i capi di imputazione, ha sottolineato il questore, figurano rissa aggravata e lesioni. Per il questore, quanto avvenuto la notte scorsa è un "fatto gravissimo" e sicuramente una "azione organizzata". Cardona ha parlato di una "situazione tragica e inaccettabile" e ha promesso: "saremo durissimi". Già nell'arco di poche ore gli uomini della Digos hanno dato seguito a perquisizioni e grazie alla disponibilità di video girati prevalentemente con i telefonini, sono riusciti ad individuare almeno i primi tre responsabili ultras dell'Inter che hanno preso parte alla aggressione ai danni dei tifosi del Napoli. LA DINAMICA - Il tutto è avvenuto ieri tra le 19.30 e le 19.50 in via Novara, nei pressi di San Siro. I van che trasportavano i tifosi napoletani sono stati assaliti da un centinaio di ultras interisti, alcuni anche del Varese e del Nizza. I tifosi del Napoli viaggiavano su "pulmini anonimi per i quali era previsto l"aggancio' da parte della pattuglia della Polizia di lì a poco, a due km dallo stadio". Gli ultras interisti sono usciti all'improvviso sulla strada e "hanno colpito con spranghe e bastoni i pulmini del Napoli". E' iniziato un 'fuggi fuggi' generale, nella corsia opposta e qui un ultras dell'Inter, Marco Belardinelli appunto, è stato travolto. TRASFERTE INTER - Sono stati proprio i tifosi napoletani, evidenzia il questore, a gridare che un uomo era a terra. Quest'ultimo è stato dunque soccorso e portato in auto al Pronto Soccorso dell'Ospedale San Carlo dove è stato sottoposto nella notte a un intervento, purtroppo inutile. "Un fatto gravissimo" insiste Cardona, che spiega di essersi sentito con il Capo della Polizia Franco Gabrielli e con il procuratore Capo di Milano Francesco Greco. "Richiederò lo stop alle trasferte dei tifosi dell'Inter fino alla fine del campionato e la immediata chiusura della curva dell'Inter fino al 31 marzo 2019, dunque per cinque partite di campionato e una di Coppa Italia". "Saremo durissimi, anche con i Daspo" promette ancora il Questore, ricordando che "al momento ne valutiamo almeno nove". "ULTRA' NIZZA CERCAVANO VENDETTA" - I tifosi del Nizza che ieri hanno partecipato agli scontri prima di Inter-Napoli erano a San Siro per 'vendetta' contro i napoletani dopo i disordini avvenuti circa tre anni fa durante un'amichevole tra le due squadre. Sarebbe questo, secondo quanto apprende l'Adnkronos da fonti investigative, il motivo della presenza degli ultrà transalpini (gemellati con i tifosi dell'Inter) ieri a Milano. FIGC - Dura la condanna da parte delle Figc: "Adesso basta, quanto accaduto negli ultimi giorni non è più tollerabile - ha detto il presidente della Federazione, Gabriele Gravina in una nota -. Il calcio è patrimonio dei veri tifosi e come tale va difeso da tutti coloro che lo utilizzano come strumento per creare tensione". Il numero uno della Figc ha inoltre evidenziato che "al prossimo consiglio federale, dopo aver fatto preventivamente un'opportuna valutazione con il ministero dell'Interno e i responsabili dell'ordine pubblico, è mia intenzione proporre di cambiare le norme circa la sospensione di una gara per renderle ancora di più facile applicazione". SALVINI - Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, invece, ha annunciato che convocherà al Viminale i responsabili delle tifoserie e società di Serie A e B "affinché gli stadi e i dintorni tornino a essere un luogo di divertimento e non di violenza". "Nel 2018 - ha sottolineato Salvini in un tweet - non si può morire per una partita di calcio". Poi, parlando da Pesaro, ha ribadito: "Non sono il presidente della Lega Calcio, né faccio l'arbitro e quella era una scelta che spettava all'arbitro - ha osservato ancora il ministro dell'Interno, commentando la mancata sospensione della partita -. Nella prossima vita farò l'arbitro, se avrò voglia. Ho detto che non si può morire per una partita di calcio, ma lascio al mondo del calcio nella sua totale autonomia la valutazione di come agire e reagire".

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