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Inter, Mauro Icardi ha scelto: sta con Wanda Nara, il suo messaggio furibondo

Davide Locano
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Questo articolo è lunghissimo e quindi sarà un' impresa farvi arrivare fino in fondo. Per fortuna ci sono cose da dire, del resto qui si tratta il caso del momento, ovvero quello relativo a Icardi e a tutto il companatico. Dopo il rifiuto di partecipare alla trasferta viennese, ieri l' ex capitano dei nerazzurri si è allenato alla Pinetina. Era da solo, anzi no, con lui c' era il convalescente Keità: si è presentato ad Appiano assai presto, quindi ha svolto una seduta di fisioterapia (immortalata su Instagram). Il problema fisico alla gamba è «antico», gli ha creato problemi anche in passato ma non fino al punto di tenerlo fuori dal campo; oggi scopriremo se la combinazione "fastidio alle giunture + condizione psicologica non ottimale" gli impedirà di rientrare nella lista di domenica (ore 18, stadio San Siro, c' è Inter-Samp). Leggi anche: "Perché su Icardi l'Inter ha sbagliato tutto" La situazione non è affatto semplice: da una parte il club deve decidere se punire il «no» alla convocazione di mercoledì, dall' altra deve provare a recuperare il suo giocatore di maggior valore, ora declassato a «soldato semplice». Ci vorrà tempo e certo non sarà facile: Icardi continua a non capire il perché di una decisione così severa e neppure i messaggi di incoraggiamento di diversi compagni di squadra («forza capitano...», ma non da parte dei croati) sembrano averlo risollevato. PARLA AUSILIO Ieri per la società ha parlato il direttore sportivo Piero Ausilio, che ai microfoni di Sky è stato piuttosto diretto: «I motivi sono seri e validi. Icardi era tra i convocati poi c' è stata questa sua scelta e non è riferita a un infortunio». E ancora: «Una decisione tardiva? Non so se potevamo farlo prima, nel calcio deve prevalere il noi prima dell' io. Ma quando queste situazioni creano imbarazzo bisogna prendere dei provvedimenti. Quello che può sembrare un passo indietro può essere un passo avanti per il club e la squadra». E su Perisic: «Il suo malessere a gennaio non era legato a questa situazione, gli hanno fatto delle promesse poi non mantenute. Finito il mercato si è messo in campo con la testa di lavorare per i suoi obiettivi e per quelli dell' Inter». E, infine, ancora su Icardi: «Vogliamo lavorare al recupero, non abbiamo mai messo in discussione l' Icardi calciatore. Ma come capitano ci sono delle responsabilità. Proseguiremo con il discorso del rinnovo. Sospensione? Da domani cominceremo a fare delle valutazioni. Al momento non abbiamo potuto affrontare l' argomento». Totale: il terremoto è terminato, ma restano le macerie e anche qualche dichiarazione pepata dell' ex presidente Massimo Moratti: «Se rimpiango Bergomi e Zanetti? Ho trovato un ottimo capitano, Icardi ha sempre giocato con entusiasmo serietà e professionalità, non ho niente da dire». Quindi una frecciata: «È colpa mia, è colpa sua, è colpa tua, è stato reso tutto pubblico, è stato messo tutto in piazza e questo non è bello. Mi sembra una cosa inutile, a metà stagione, senza più la possibilità di vendere il giocatore e con degli obiettivi da raggiungere non so che vantaggi possa portare». Pepato, appunto. PROVE DI PACE La sensazione è che al di là delle parole di questo e quell' altro, Inter e Icardi siano destinati a dirsi addio al termine della stagione. Solo il lavoro di Marotta potrà guarire la ferita, e comunque è chiaro che in ogni caso nello spogliatoio ci sarà spazio solo per uno tra Icardi e i croati. E in panchina? Dopo due vittorie Spalletti finalmente può respirare, ma occhio al solito Antonio Conte: il fatto che non se ne parli più non significa che le prove d' intesa siano già state accantonate... di Fabrizio Biasin

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