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Icardi rompe il silenzio e terremota l'Inter: "Esigo rispetto". Niente pace: siluri su Spalletti e società

Giulio Bucchi
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Se sei un tifoso dell' Inter quella di ieri per te non è stata una bella giornata. Le belle giornate in famiglia sono quelle dove papà e mamma vanno d' accordo, qui invece volano i piatti. E i piatti sono quelli lanciati da mister Luciano Spalletti nella conferenza pre Cagliari-Inter (questa sera alle 20.30 su Sky, anticipo del 26° turno) che stimolato sulla solita faccenda evita i giri di parole: «Di Icardi sono già state dette molte cose, sia dall' ad Marotta che dal presidente Zhang. Io da qui in avanti parlo di quelli che ci sono, non di quelli che non ci sono. Perché sono quelli che vengono in campo e che hanno a cuore la sorte dell' Inter. Degli altri non ne parlerò più». No, decisamente non un' apertura. La giornata prosegue, ci si domanda: «Chissà ora cosa dirà Wanda Nara». E invece no, per una volta la moglie/procuratrice non "socializza" e, al contrario, è lui a rompere il silenzio, ovviamente via Instagram (nel 2019 la vita reale è una specie di optional e, infatti, il «vecchio» mister Allegri si è stufato di subìre attacchi per il ko di Champions contro l' Atletico e ieri ha chiuso i suoi profili). Lunga lettera - Eccola qui la lunga lettera di Mauro, ex capitano nerazzurro ferito e un filo incazzato (sintetizziamo altrimenti lo spazio finisce subito): «Amo questi colori, è nei momenti più difficili che si dimostra il vero Amore (...) È in quei momenti che ho deciso di rimanere all' Inter, con l' Inter. Quando ho sentito che con i miei gol potevo aiutare l' Inter a essere più forte dei problemi di fair-play finanziario, delle nostre difficoltà, quando erano in tanti a giudicare che come squadra non valevamo un granché. E nonostante tutto, ho sempre deciso di rimanere. (...) Ho sempre insistito per scendere in campo, anche contro i consigli medici. Perché scendendo in campo son riuscito a dimenticare ogni dolore, con l' unico obiettivo di dare tutto quello che potessi per aiutare questi colori (...) Ho realizzato il sogno di tutti noi interisti tornando in Champions con la squadra di cui ero capitano (...) Ho sempre disapprovato quelli che alla prima occasione provavano ad andarsene dal club. Ho rispettato i tifosi, i miei compagni, la società e tutti gli allenatori che sono passati durante la mia permanenza. Ho collaborato con il club, in campo e fuori, nell' inserimento di ogni nuovo giocatore, mostrandogli che solo con la passione avremmo potuto raggiungere i nostri obiettivi». Alla fine, l' attacco frontale: «Non so se in questo momento ci sia amore e rispetto verso l' Inter e verso di me da parte di alcuni che prendono le decisioni. Non so se ci sia da parte di alcuni di agire e risolvere le cose solo ed esclusivamente per amore dell' Inter. In una famiglia possono succedere molte cose, belle o brutte. E per amore si può sopportare molto, di tutto. Ma non deve mai venire a mancare il rispetto. Questi sono i miei valori, questi sono i valori per cui ho sempre lottato. Nella mia storia. All' Inter. Con l' Inter». Niente tregua - Ovviamente si scatena il putiferio, c' è chi dice «finalmente qualcosa di interista!», chi «finché non torna in campo sono solo chiacchiere», chi giustamente bada al sodo: «Oh, domani (questa sera) c' è una partita!». Il dato di fatto è che se prima le parti erano distanti, ora lo sono ancora di più; l' altro dato di fatto è che Icardi ha finalmente rotto il silenzio per rivendicare quasi sei anni di interismo, ora messo in discussione. Il futuro rimane un' incognita: è difficile immaginare una qualsivoglia «tregua», figuriamoci la «pace». Certezze? Una sola: quella di ieri non è stata una bella giornata per chi ama l' Inter, perché tra innamorati si può sopportare anche la più atroce tra le litigate, ma solo se l' obiettivo è fare pace. di Fabrizio Biasin

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