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Inter, questa volta Luciano Spalletti ha azzeccato tutto: la verità sul derby

Giulio Bucchi
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Il derby conferma le impressioni degli ultimi tempi. E cioè che l' Inter è una grande squadra quando decide di esserlo, vanitosa e snob. Si veste a festa per quelle che reputa grandi occasioni, come la stracittadina. Infatti ha perso senza meritarlo solo con la Juve, pareggiato con la Roma, vinto con il Napoli, Lazio e due volte con il Milan: i problemi dell' Inter si manifestano nella routine, non nelle serate di gala. Il Milan invece è più solido sul lungo periodo e meno nella partita, gli manca quel pizzico di anarchia necessaria per rompere le righe e attirare a sé il destino. Quei grammi di differenza li aggiunge Spalletti, che va oltre l' ovvio per la seconda volta in stagione. La prima risale alla partita contro la Juve, quando scelse Gagliardini come valvola per soffocare il gioco bianconero. Stavolta invece alza Vecino nella zolla oscura del Milan, ovvero dietro Paquetà e di fianco a Bakayoko. Nel frattempo, Gagliardini ruota di fianco a Brozovic ed equilibra il sistema. Lì, Vecino fa ciò che vuole: riceve il pallone, rifinisce l' azione, arriva al tiro, segna. È suo infatti il gol che stappa la partita. E al 30', di nuovo, è sua l' occasione per il raddoppio: un rigore in movimento gettato in curva. La mossa tattica di Spalletti è vincente anche perché Gattuso fatica ad inventarsi una contromisura: prima passa al 4-4-1-1, ma la sostanza non cambia - Vecino rimane libero di fare e disfare, per fortuna del Milan -, poi sacrifica Paquetà per Castillejo, per sistemare il cambio di strategia. Guardando indietro viene da domandarsi perché Spalletti non abbia mai provato mosse strategiche nelle altre partite decisive, soprattutto quando la squadra era in difficoltà. Si è attenuto troppo spesso al copione preconfezionato. Forse si sottovaluta, non si ritiene un creativo, invece lo è, la sua carriera lo dimostra, da Totti centravanti a Nainggolan trequartista. O forse ha sottovalutato i suoi giocatori, non si è fidato del tutto. Peccato perché l' Inter ha reagito anche al gol subito, da grande squadra quale non è stata troppe volte. Non delude il Milan, ma è come se avesse meno esigenza di vincere questo derby, nonostante una vittoria rossonera manchi dal gennaio 2016. Sale la Milano del calcio. Il derby è tornato ad essere una partita di buon livello dopo anni scadenti. Quella delle milanesi è una crescita lenta ma costante. Le due squadre stanno migliorando tecnicamente ma soprattutto stanno imparando a giocare partite di alto livello. L' Inter vince perché si è abituata quest' anno, la Champions toglie ma dà esperienza, il Milan la sta trovando nel suo campionato ad ostacoli. Milano ha lasciato un enorme vuoto nel calcio italiano, che va colmato per il bene del movimento. I segnali sono positivi, serve ancora pazienza ma la strada è corretta. Si invertono le posizioni in classifica ma non la sostanza: Milano va alla sosta in zona Champions, con una partita di margine sulle rivali romane. Ma soprattutto con la sensazione di un derby giocato ad alto livello da entrambi e la speranza che il peggio sia ormai alle spalle. di Claudio Savelli

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