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Antonio Conte, la sentenza sul Chelsea che libera l'ex ct: torna in Italia? Chi lo aspetta a braccia aperte

Gino Coala
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C' è tutto un giro di allenatori che è incredibilmente emozionante (qui sarcasmo) e, tra l' altro, del tutto teorico. La gente si incontra al bar (sport) e non dice «Tizio ha giocato bene, Caio è una pippa» ma «arriva Conte? Eh? Eh? Eh?». La questione Conte Antonio interessa molto i frequentatori del bar sport, del resto tutti si domandano: «Come fa uno così a stare a spasso?». In effetti è così: Conte è attualmente a spasso. Scelta obbligata, del resto deve risolvere i suoi problemi con il Chelsea. La faccenda è nota: Antonio e Abramovich si lasciano come Brad Pitt e la Jolie, ovvero malissimo. Lui chiede i soldi a loro, loro dicono «ci hai fatto perdere un sacco di palanche con Diego Costa, ti chiediamo i danni». E infatti son finiti davanti al giudice. A Londra c' è stata udienza, entro 15 giorni sapremo come andrà a finire (ballano 10 milioncini di euro, mica cotica). Quanto ce ne può fregare di tutta questa questione? Moltissimo, non fosse altro che «i soliti beninformati» (multicit.) ci hanno fatto intendere che l' ex ct non vede l' ora di tornare in Italia e avrebbe già mosso i suoi carrarmatini per sistemare le chiappe su una panchina accogliente. Una panchina milanese, probabilmente. PATTO CON MAROTTA Nessuno vi dirà mai «è vero», ma noi osiamo lo stesso con il coraggio che fu di William Wallace: Marotta e Conte hanno un accordo. Sulla parola, per carità, ma meglio di un calcio sul menisco. E questo significa che i due vanno d' amore e d' accordo - altro che «rapporto interrotto dopo l' addio del tecnico dalla Juve» - e, forse, son pronti a riabbracciarsi. E voi direte: «Perché dici forse? Troppo comodo». E in effetti è comodo. Ma il fatto è che al momento sulla panchina dell' Inter siede il buon Spalletti, e Spalletti ha un contratto con l' Inter con scadenza giugno 2021, e Spalletti ha uno staff corposo e, insomma, per separarsi da Spalletti servono circa 20 milioni di euro (5 milioni di ingaggi tra allenatore e collaboratori, che per due anni fanno 10, che al lordo fanno 20). In più il solito Spalletti ha appena vinto il derby e può conquistare un sereno posto-Champions e, insomma, non è detto che il tecnico «spacciato» sia spacciato sul serio. SULL'ALTRA SPONDA Sull' altra sponda del Naviglio, invece, c' è Gattuso Rino e pure Ivan. Gattuso Rino e pure Ivan sta facendo cose ottime: il suo Milan è quarto nonostante i problemi di inizio stagione, le rogne, gli infortuni, eccetera. Eppure c' è chi costantemente gli rompe le balle: «È bravo ma...», «Va bene ma fino a un certo punto» e così via. Lui si lascia scivolare sempre tutto addosso, ma non ieri. Ieri, nella conferenza pre Samp-Milan, il tecnico al peperoncino si è lasciato andare a dichiarazioni sibilline: «Il mio futuro lo saprete fra 2 mesi, quando dirò quello che penso davvero. Ora non è la mia priorità, non penso agli anni di contratto, ma solo a centrare l' obiettivo». E questo tradotto dal "gattusiano" significa solo una cosa: Ringhio è incazzato, forse anche con chi - all' esterno e magari pure all' interno del club - lo mette costantemente in discussione. Andrà via? Leonardo sta pensando pure lui a Conte o a qualcun altro (Wenger)? Stiamo fantasticando troppo? Probabile, ma quelli bravi direbbero «c' è fermento» e quindi noi copiamo: c' è fermento. di Fabrizio Biasin

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