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Chievo Verona, il manuale della perfetta retrocessione: perché se la sono cercata

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Gino Coala
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Il Chievo quest' anno ha scritto per i posteri il manuale della perfetta retrocessione. Alle squadre che verranno basterà seguirlo alla lettera, impararne a memoria la teoria e applicare il contrario: con ogni probabilità, si salveranno. La squadra veronese ha partecipato al campionato per modo di dire: la sua è stata piuttosto una comparsata visto che pareva aver rinunciato a lottare prima ancora di iniziare a giocare. Il manuale della perfetta retrocessa comincia infatti in estate, quando la società finì nel radar della procura per via delle plusvalenze fittizie nella compravendita di giovani. Tradotto: il Chievo gonfiava i valori a bilancio per sistemare i conti. La sentenza definitiva arrivò a settembre, a campionato già cominciato, e il Chievo si vide assegnare 3 punti di penalizzazione, una quantità determinante per una squadra impegnata nella lotta salvezza, ma tutto sommato superabile. MERCATO SBAGLIATO Il problema è che il Chievo aveva gettato la spugna da tempo: in estate, probabilmente aspettandosi una punizione più pesante, decise di non investire sul mercato, anzi di privarsi dei suoi migliori giocatori: cedette Castro al Cagliari e si limitò a rimpiazzare il decisivo Inglese, il cui prestito era terminato, con la scommessa Stepinski. L' immobilismo del Chievo, inoltre, era un controsenso rispetto alle esigenze della rosa, che da tempo è una delle più vecchie del campionato (27,5 anni di media), soprattutto negli uomini chiave che sono chiamati agli straordinari per ovviare alle carenze, ovvero i 40enni Pellissier e Sorrentino. Il Chievo avrebbe potuto ribaltare a suo vantaggio la rassegnazione che aleggiava in estate, anticipando un ricambio generazionale che è stato procrastinato fin troppo a lungo: investendo sui giovani, in modo da sfruttare l' annata a prescindere dal risultato finale. Se il timore era l' elevata probabilità di retrocedere, tanto valeva farlo con una formazione che avesse una prospettiva. A questo punto, il Chievo sarebbe virtualmente retrocesso ma con un progetto di risalita già avviato in funzione della B da affrontare il prossimo anno. GLI ALLENATORI Ma il bello doveva ancora venire. Durante la stagione, il Chievo ha superato se stesso, scrivendo pagine d' autore del manuale. Ha infatti esonerato D' Anna dopo 8 giornate per richiamare alle armi l' unico allenatore che nessuno voleva, cioè Gian Piero Ventura. La scelta, bizzarra di per sé, è diventata una farsa quando Ventura ha rinunciato all' incarico dopo appena tre partite e il colmo è che, considerando l' instabilità emotiva dell' ex ct, si poteva supporre un simile tradimento. Così è stato contattato Di Carlo, che ha riordinato la squadra, ma i risultati non sono arrivati perché, in sostanza, l' idea era che non ce ne fosse bisogno era ormai radicata. Così al Chievo non rimane che salvare la faccia. Gli 11 punti (14 conquistati meno i 3 della penalizzazione) in 30 giornate sono in linea con lo storico record negativo del Pescara, che nel 2016/17 chiuse a 18 punti, peggior bottino nell' era dei tre punti con il formato a 20 squadre. Rimangono quindi 8 partite al Chievo per guadagnare gli 8 punti necessari per evitare gli almanacchi del calcio italiano. Ma, a prescindere dall' epilogo, la squadra veronese rimarrà il miglior esempio da non seguire per raggiungere la salvezza. di Claudio Savelli

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