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Gli arbitri? Giovani e scarsi. Perché il futuro sarà nero: Serie A, cosa ci aspetta

Davide Locano
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Se i giovani calciatori di talento vanno difesi, questo concetto deve valere anche per gli arbitri. Lo sostiene Nicola Rizzoli, allenatore in crisi della squadra di fischietti della Serie A. L' ennesima domenica da incubo tra polemiche, errori e dubbie revisioni al Var riapre il dibattito sulla qualità dei nostri direttori di gara. «Stiamo facendo un percorso di crescita e ricambio generazionale, nel giro di un paio d' anni perdiamo arbitri internazionali con oltre 1.500 partite di esperienza», ammette il designatore durante l' incontro con i club di A. «Dobbiamo far fare esperienza ai giovani, e l' esperienza passa attraverso gli errori: l' errore fortifica nel tempo e, per paradosso, dà più sicurezza e serenità. Lo dico per esperienza». SITUAZIONE DIFFICILE Sarà, ma la fiducia incondizionata ai giovani non sembra funzionare (e Fabbri non rivedrà il Milan fino a maggio). Anzi, forse Rizzoli dovrebbe prendere qualche consiglio da Massimiliano Allegri che ha dimostrato di saper gestire al meglio la crescita di Kean. Mentre il tecnico della Juve ha scelto di centellinare l' impiego del suo talentino, il designatore ha lanciato allo sbaraglio quelli che riteneva essere i suoi migliori, bruciandoli. Leggi anche: Luciano Moggi: chi sta ammazzando il Var L'ultimo sul banco degli imputati è Michael Fabbri, il direttore di gara che in Juve-Milan non ha assegnato rigore per il mani di Alex Sandro. Un errore a cui non seguirà uno stop «perché l' allenatore deve far giocare chi è più in forma». E il calcione di Mandzukic a Romagnoli? «Il Var poteva intervenire solo in caso di violenza», è la spiegazione relativa al protocollo in attesa dell' eventuale prova tv. Assolto invece Abisso per il rigore in Lazio-Sassuolo: il braccio di Locatelli era troppo largo, nonostante il tocco prima sul fianco. Un' interpretazione del regolamento che fa discutere, ma intanto salva la settimana - e la carriera? - al più giovane arbitro della Can di A. Quello che già non potrà arbitrare l' Inter fino a maggio dopo il rigore per il petto di D' Ambrosio contro la Fiorentina. STRANI MECCANISMI Dopo i mesi della lite giudiziaria sulla dismissione dell' arbitro Gavillucci - a favore della permanenza di Pairetto, uno degli arbitri più discussi - il meccanismo di formazione e promozione dei nostri fischietti torna sul banco degli imputati. La divisione tra Can A e B non aiuta e forse non siamo di fronte a una generazione particolarmente talentuosa, ma di certo il sistema non funziona. I giovani più promettenti - Fabbri, Abisso e Maresca, crollato in Roma-Milan - hanno fallito al momento della verità, proprio a poche settimane dall' addio dei colleghi più esperti. A giugno Banti e Mazzoleni sono destinati all' addio, mentre Rocchi potrà restare un altro anno grazie allo status di Élite internazionale (ma è stato sconfessato dal numero 1 dell' Aia Nicchi dopo Roma-Inter per il rigore non dato per fallo su Zaniolo). E presto toccherà a Orsato, che si porta ancora dietro il ricordo del mancato rosso a Pjanic in Inter-Juve dell' anno passato. Insomma, il futuro sembra nero per le giacchette nere. La sala Var unica a Coverciano potrà aiutare, così come il cambio delle regole che punirà ogni tocco in area di un braccio chiaramente fuori dal corpo, ma servirà soprattutto più personalità e uniformità di giudizio. Rizzoli, invece, insiste nelle sue certezze e rifiuta persino l' assist del dg dell' Inter Beppe Marotta che chiede all' Ifab regole più chiare: «Nel mondo arbitrale le idee sono molto chiare, non c' è alcuna confusione». di Francesco Perugini

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