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Urbano Cairo contro la super-lega: bordate alla Uefa e ad Andrea Agnelli

Davide Locano
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La trattativa sul futuro del calcio è entrata nel vivo. A Madrid si sono incontrati più di 200 club europei per discutere e presentarsi con una linea comune oggi al tavolo della Uefa: una missione fallita. La ferita aperta tra l'Eca (presieduta da Andrea Agnelli e portavoce dei top-club) e il resto delle società del continente è peggiorata. In breve, l'Eca aveva rinunciato all' idea della Superlega autonoma in stile Nba (che avrebbe portato la scissione dall' Uefa) in nome di una versione più soft, ovvero la creazione di una nuova Champions League d' élite dal 2024: 32 squadre divise in 4 gironi per garantire 14 partite sicure ad ogni club anziché le 6 attuali da giocare nel fine settimana e con accesso misto, con molti slot ad invito in base ad un ranking storico. Leggi anche: Juventus, Allegri verso il Psg? Naturalmente, i club meno blasonati sarebbero svantaggiati e il rischio si somma all' azzeramento del valore dei campionati, schiacciati dalla nuova Champions. Così questi ultimi stanno costruendo un fronte comune, eleggendo Javier Tebas, presidente della Liga spagnola, come portavoce: «La Uefa è poco democratica», grida. Il primo sostenitore in Italia del partito no-Eca è curiosamente Cairo, presidente del Torino, antagonista di Agnelli sul campo ed ora anche nell' ascesa "politica". Prima attacca il collega bianconero («Dice che rappresenta tutti ma poi fa esattamente il contrario»), poi invoca una nuova distribuzione della governance con più voce per le leghe. Quella in atto dietro le quinte delle riunioni è la più classica lotta di potere. L'Uefa prende nota oggi accoglierà le due fazioni, con l' obiettivo utopico di conciliarle e migliorare al contempo le competizioni europee. di Claudio Savelli

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