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Juventus, inchiesta di Report: la vecchia lettera e il rischio di "accusa di connivenza". Una bomba

Davide Locano
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Nel mirino di Report, il programma di Rai 3, ci torna il calcio. Nella puntata in onda lunedì 11 novembre si parlerà infatti del mondo degli ultras, con una lunga inchiesta sulla morte di Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik, capo ultrà della Lazio ucciso a colpi di pistola in un parco lo scorso 7 agosto. Ma non solo. Si parlerà ancora di Juventus, anche questo un vecchio caso scodellato da Report. Ad anticipare la puntata è Il Fatto Quotidiano, che rivela le parole con cui il conduttore, Sigfrido Ranucci, introdurrà la vicenda: "Dopo oltre 225 mila intercettazioni, migliaia di ore di pedinamenti, scatta un'operazione della Digos, su mandato della procura di Torino, contro gli ultras della Juventus. Sono accusati di estorsione aggravata e riciclaggio. Ottenevano biglietti e li rivendevano lucrandoci. Per mantenere il business avevano fatto della violenza stile di vita. Le strategie le dettava il pluripregiudicato Dino Mocciola , leader dei Drughi. Il banco è saltato dopo la denuncia della Juve nel giugno 2008, ma è stata una denuncia spontanea?". Leggi anche: "Salvini, chiedi a loro": Vittorio Feltri, pernacchia alla Juventus Una domanda, quella di Ranucci, a cui risponde l'ex questore di Torino, Francesco Messina, oggi allo Sco. La risposta arriva con una lettera riservata dell'aprile 2018, ma che fino ad oggi era inedita. E Messina spiega che, a suo giudizio, la Juventus starebbe ancora fornendo biglietti agli ultrà senza farli pagare. "Atteggiamento - si legge nella missiva - inopportuno". Dunque, a Report afferma: "La mia lettera è lo spartiacque perché la società non ha più scampo: non può, se è una società seria, non prendere in considerazione una situazione che poi la può vedere non solo come vittima, ma la potrebbe vedere a un certo punto connivente". Insomma, la Juventus ora potrebbe rischiare l'accusa di connivenza.

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