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Biglia, Rebic e Kessie e il telefonino nello spogliatoio, Pioli li difende: "Cosa stavano guardando"

Giulio Bucchi
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La foto di Rebic, Kessie e Biglia con i telefonini in mano negli spogliatoi prima di Milan-Napoli? Non si stavano "svagando", ma stavano facendo "i compiti". Sui social i tifosi rossoneri hanno avuto reazioni di scherno e sdegno, nonostante poi la prestazione in campo dei giocatori di mister Stefano Pioli sia stata tutto sommato tra le migliori di questa disgraziata stagione. Ed è stato lo stesso allenatore a difendere i suoi uomini dalle accuse di indisciplina e menefreghismo: "Vorrei chiarire che a proposito dell'uso dei telefoni ho introdotto un regolamento severo che prevede che i giocatori non lo possano usare a pranzo e a cena, così per dire. Ma vorrei chiarire - spiega Pioli al Corriere della Sera - che nel pre-partita l'uso dei telefoni è consentito ai giocatori per due motivi". "Da un lato - precisa l'allenatore subentrato a Giampaolo - ciascuno di loro si rilassa ascoltando la propria playlist, fatto che peraltro accade in tutte le squadre d'Italia da quando esistono gli smartphone, dall'altro soprattutto ogni giocatore è tenuto a consultare l'app che lo staff tecnico ha consegnato. Ogni calciatore ha dei video da memorizzare per studiare le caratteristiche degli avversari che gravitano nelle loro aree di competenza. In pratica stavano svolgendo una sorta di compiti a casa!". "Incassiamo le censure per i risultati che mi auguro presto arrivino - conclude -. E capisco che a prima vista certe immagini possano suscitare le reazioni delle ultime ore. Ma se fossi stato certo che i giocatori erano intenti a chiamare o mandare messaggi prima di una sfida importante io per primo mi sarei arrabbiato. Ora non vorrei che il caso diventi più grande di quello che è". 

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