Garcia non ha paura dei No Tav, il mister giallorosso: "Contrario allo spostamento di Roma-Napoli"

Il 18 ottobre nella capitale manifestano i centri sociali. E le autorità vogliono far slittare il derby del sud, in programma il giorno dopo
di Roberto Procaccinidomenica 29 settembre 2013
Garcia non ha paura dei No Tav, il mister giallorosso: "Contrario allo spostamento di Roma-Napoli"
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Il mister della Roma non ha paura dei No-Tav: "La partita contro il Napoli va giocata il 19 ottobre". E fa niente che le autorità romane, prefetto Giuseppe Pecoraro in testa, vogliano spostare il derby del sud a dicembre per evitarne l'accavallamento con la manifestazione prevista il giorno prima nelle vie capitoline. Rudi Garcia, tecnico francese che siede dalla scorsa estate sulla panchina giallorossa, non ha dubbi: "Sono contrario allo slittamento della partita". Il corteo - La galassia antagonista italiana si è data appuntamento a Roma il 18 ottobre. Sfileranno un po' tutti: ci saranno i sindacati più duri (Usb, Cub e Cobas) che indicono lo sciopero contro l'austerity e crisi, e poi le varie sigle che confluiscono nella battaglia No Tav. Non sarà una passeggiata autunnale: lo scopo di molti, come si legge in alcuni forum, è riportare "il conflitto nelle strade", con una tre giorni di manifestazioni (ribattezzata "ottobrata romana") nella quale miscelare i più vari motivi di protesta. Chi parteciperà alla manifestazione? Stando agli stessi siti, più o meno tutte le categorie del disagio sociale: "precari, cassintegrati, esodati - si legge -, sfrattati, occupanti, migranti, studenti e No-Tav". A fare casino, siamo certi, saranno sempre gli stessi. Il sergente Garcia - Le autorità italiane e dello sport sono pronte a spostare Roma-Napoli, non sapendo cosa potrebbe sortire da una partita da 60mila spettatori nel day after di una manifestazione a forte rischio disordini. Ma Garcia non condivide tanta prudenza (o codardia che dir si voglia). Le sue motivazioni sono di tipo sportivo: "Non è possibile restare tre settimane senza giocare - dice con riferimento alla pausa obbligata per per la sua squadra che comporterebbe lo slittamento della partita -. Ripeto, io voglio giocare". Ma, insomma, se il mister giallorosso si è meritato il nomignolo di "sergente", oggi sappiamo perhcé.