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Serie A, se si gioca Spadafora si dimette: Fabrizio Biasin, "che tentazione..."

Fabrizio Biasin
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Riassunto delle puntate precedenti: 1) la serie A vuole ripartire, ha espresso la sua preferenza tramite votazione all' assemblea della Lega il 1 maggio. Hanno detto sì in 20 club su 20. 2) Non tutti sono realmente convinti, ma con il sì unanime passano la palla al governo. Saranno Conte e Spadafora a dover dire "stop", nel caso, e a quel punto il calcio proverà comunque a salvare i quattrini dei diritti tv, almeno in parte. 3) Il ministro Spadafora, che in origine aveva detto "no" agli allenamenti degli sport di squadra, prima ha incassato, mal volentieri, l' ok del Viminale («È consentita, anche agli atleti di discipline non individuali, l' attività sportiva individuale, in aree pubbliche o private, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri e rispettando il divieto di ogni forma di assembramento»), poi si è fatto forte con il "sì", in serata, del Comitato Tecnico Scientifico che ha dato parere favorevole agli allenamenti «ma non di gruppo». 4) Questo non significa che certamente si tornerà a giocare, anzi. Entro mercoledì Conte si pronuncerà definitivamente e ci dirà se rivedremo il pallone rotolare, oppure se ci toccherà attendere ancora qualche mese. Al momento la lancetta punta più sulla soluzione «arrivederci a data da destinarsi» - anche per esplicita richiesta dello stesso Spadafora che, in caso contrario, sarebbe pronto a dimettersi -, ma nulla è scontato.

 

Quello che è chiaro, semmai, è che a prescindere da tutto toccherà buttarsi in un burrone o in quell' altro; c' è il "burrone" francese, quello di chi ha già deciso di stoppare tutto per ragioni di logica e sicurezza. Così facendo ci ha smenato un sacco di quattrini e rischia di finire nei tribunali a trattare il ricorso di questo e club, ma tant' è. In alternativa c' è il "burrone" tedesco, quello della federazione che, d' accordo col suo governo, ha deciso di chiudere un occhio sulla questione «facciamo tutto in totale sicurezza» e, salvo improbabili dietrofront, sempre mercoledì definirà date e modalità per la ripartenza. Per intenderci, in Bundesliga hanno già individuato giocatori positivi, ma se ne fottono abbastanza secondo il motto «se stiamo a guardare il capello col cavolo salviamo la baracca, andiamo avanti!». Il tempo ci dirà se avranno avuto ragione francesi o tedeschi, siccome però non viviamo nel meraviglioso mondo delle fatine non potremo aspettare la fine della fiaba per capire chi ha «vinto» e dovremo scegliere.

 

Spadafora dal canto suo ha già deciso e nella serata di ieri è tornato a farsi sentire con un post avvelenato su facebook. Eccolo qua: «Leggo cose strane in giro ma nulla è cambiato rispetto a quanto ho sempre detto sul Calcio: gli allenamenti delle squadre non riprenderanno prima del 18 maggio e della ripresa del Campionato per ora non se ne parla proprio. Ora scusate ma torno ad occuparmi di tutti gli altri sport e dei centri sportivi (palestre, centri danza, piscine, ecc) che devono riaprire al più presto!».

Tradotto dalla "spadaforese": se pensate che qualcuno mi abbia scavalcato (la collega Lamorgese) state freschi, gli allenamenti fateli pure, ma per ora scordatevi le partite. Totale, la questione del calcio è diventata un puerile "tutti contro tutti" in salsa politica: le Regioni dicono una cosa, un ministro dà loro ragione, l' altro si incazza di brutto, Conte si ritrova in mezzo. Già, è tempo di decidere...

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