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Castro: la mafia ci ha derubato

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alle Olimpiadi di Pechino

Dario Mazzocchi
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Certo il bottino olimpico è magro: 2 soli ori, però ci sono anche 11 argenti e altrettanti bronzi. Però per Fidel Castro non si tratta di un risultato sportivo, ma squisitamente politico, forse sarebbe addirittura meglio dire malavitoso. Il lider maximo è convinto infatti che la mafia abbia ben orchestrato la distribuzione delle medaglie a Pechino a discapito degli sportivi cubani. Lo fa attraverso il quotidiano Granma, voce ufficiale del regime castrista nell'isola. In particolare, sotto accusa sono finite le competizioni di baseball e boxe, dove solitamente Cuba non ha mai sbagliato un colpo. Un pensiero non può che andare a Angel Valodia Matos, squalificato a vita dei Giochi dopo aver inferto un colpo di piede all'arbitro nella finale per il bronzo di taekwondo. Nell'articolo Castro lo elogia, ricordando come 8 anni fa si imponeva a Sydney, lontano migliaia di chilometri dalla sua casa dove stava trascorrendo le ultime ore di vita la madre. Una storia simile alla Aguero, la pallavolista naturalizzata italiana, che ha cercato di far ritorno sull'isola per dare l'ultimo saluto alla mamma, inutilmente dopo che il governo di Cuba non le aveva concesso di entrare nel Paese. Per quel che riguarda il pugilato, scrive Fidel: “Ho visto quando i giudici hanno rubato i combattimenti a due pugili cubani in semifinale. Avevano speranza di vincere nonostante i giudici, ma è stato tutto inutile perché erano condannati in partenza". E ancora: "Non sono obbligato a stare zitto davanti alla mafia che si è organizzata per prendersi gioco delle regole del comitato olimpico. E' stato criminale quello che hanno fatto ai giovani della nostra squadra di boxe per completare il lavoro di quelli che si dedicano a rubare atleti del Terzo mondo, lasciando Cuba senza una sola medaglia d'oro in questa disciplina”. Non mancano i riferimenti agli Stati Uniti, l'assist giusto arriva quando affronta il baseball: “La loro condotta è stata esemplare”, afferma riferendosi ai giocatori cubani, “hanno sconfitto due volte gli Stati Uniti, il Paese che ha inventato questo sport che per interesse delle grandi aziende commerciali è stato espulso dalle Olimpiadi”. Il futuro si fa ancora più scuro. Guardando avanti, alle prossime Olimpiadi di Londra 2012, “ci prepariamo per importanti battaglie future. Non ci lasciamo ingannare dai sorrisi di Londra: lì ci sarà chovinismo europeo, corruzione arbitrale, compravendita di muscoli e cervello, costi impagabili e una forte dose di razzismo”.

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