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Gianluigi Donnarumma, Raiola alza ancora la posta. Biasin: al Milan chiesto ancora un sacrificio in più

Fabrizio Biasin
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Il problema del Diavolo? Donnarumma è troppo forte. Questa è ovviamente una cazzata, ma serve a inquadrare la questione, che è quella del portiere del Milan che è il portiere del Milan ma non è il portiere del Milan. Cioè, lo è in quanto baluardo rossonero, ma non lo è in quanto libero di accasarsi con chi vuole, secondo regolamento (leggi: è svincolato). Gigissimo ha tutta la volontà di restare al Milan - lo dicono quelli che lo frequentano, i famosi beninformati - ma la firma sul rinnovo del contratto tarda ad arrivare e ogni parata decisiva (l'ultima giovedì sera in Europa League contro la Stella Rossa) permette a Mino Raiola di forzare la mano con il club quanto a ingaggio e altri orpelli. Chi è Raiola? Esatto, l'agente del gigante e pure quello di Ibra (quest' ultimo quantomeno non dovrebbe cantare a Sanremo, ma non si sa mai). 

 

 

Torniamo a monte. Raiola in definitiva chiede almeno dieci milioncini di euro a stagione per il suo assistito e già così è convinto di fare un gran piacere al Milan. Non ha tutti i torti, tra l'altro, perché è vero che in epoca pandemica tutti dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e sul portafoglio, ma è pure vero che - per come è strutturato il calcio oggigiorno, ovvero male - un club in giro per il mondo disposto a farsi carico dello stipendio per cotanto parametro zero, si trova eccome. Non solo, siffatto club sarebbe disposto anche a scucire corpose commissioni a Minone nostro, cosa che il Milan preferirebbe evitare. Ecco perché il tempo passa e il rinnovo tarda, ecco perché ogni grande prestazione di Donnarumma diventa una benedizione per mister Pioli (soprattutto ora che la squadra fatica un po'), ma anche un'arma in più per chi deve batter cassa. Del resto stiamo parlando del neo 22enne (ha compiuto gli anni proprio giovedì) che però ha l'esperienza di un ultra 30enne (già oltre 200 presenze in rossonero); stiamo parlando del portiere destinato a difendere la porta della Nazionale da qui al'ipotetico Mondiale "Marte 2034"; stiamo parlando del guantonato che con buona probabilità batterà ogni genere di record, soprattutto stiamo parlando di una delle perle rare nelle mani di Raiola (vabbé, gestisce pure il fenomeno Haaland del Borussia), l'agente che assicura di non essere attaccato al grano e te lo dice così, come se fosse la cosa più credibile del mondo.

 

 

Il Milan è "contratto" e non è solo una questione di campo - la squadra dopo il grande girone di andata è chiaramente giù di tono -, ma anche di accordi da trovare prima che arrivi questo o quell'avvoltoio. Il Psg, per dire. Del resto c'è anche da considerare la posizione del club, ovvero quella di chi ha tutto l'interesse a blindare il suo fenomeno (oltre al turco Hakan Çalhanoglu, altro "scaduto") ma non può farlo prima di avere certezze sulla qualificazione alla prossima Champions, che è probabile e però non ancora certa.

A tal proposito la partita di domani contro la Roma può essere decisiva su ben due fronti: 1) Può ridare morale al Diavolo in chiave scudetto. 2) Può smuovere la coscienza di un portiere che è certamente giovane, ma non ha più 16 anni: se davvero vuole un futuro da senatore nel Milan, faccia un passo avanti. Mino capirà (qui risata).

 

 

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