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Gigio Donnarumma, la proposta indecente di Mino Raiola: la "clausola capestro" per non farlo fuggire dal Milan

Fabrizio Biasin
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 Il problema più serio, al momento, si chiama Spezia (Milan in trasferta, diretta su Dazn alle 20.45). Parola di Stefano Pioli, che schiva come proiettili i possibili e fetentissimi «temi caldi» perché ben sa come funzionano le cose nel calcio: ti fanno parlare della rava e della fava e finisce che perdi di vista l'ostacolo più vicino. Lo Spezia, appunto. 

 

Ecco perché il mister dei rossoneri rimanda la questione «Ibra a Sanremo», ecco perché evita di parlare di Gigione Donnarumma, da qualche giorno (settimane? Mesi?) al centro del chiacchiericcio per la faccenda «rinnovo del contratto». La situazione è nota: quello che possiamo serenamente definire uno dei portieri più forti del mondo è attualmente padrone del suo destino (e del suo cartellino). Sì, è vero, gioca per il Milan e lo sta facendo benissimo, ma è teoricamente libero di accordarsi con chi gli pare. Ma sappiamo anche che il ragazzo vuole restare al Milan e questo, certo, è un gran punto di partenza. Poi però tocca fare i conti con Mino Raiola, ovvero il suo agente. Il volpone, per far sì che l'inchiostro finisca sul contratto, chiede cifre che erano fuori mercato prima della pandemia e figuriamoci adesso: 10 milioni di euro e un contratto di cinque anni (totale 100 milioni lordi), oppure qualcosa di meno ma un accordo a breve scadenza (due anni) e magari pure una clausola di rescissione. Una condizione inaccettabile per il Milan e per Maldini, disposti ad offrire un buon aumento, ma niente di più (7,5 milioni).

 

E, quindi, come si fa? La sensazione è che Minone prima di prendere qualunque decisione voglia attendere la qualificazione matematica del Milan alla prossima Champions League, quindi proverà a strappare una cifra che sia il più possibile vicina ai famosi 10 milioni. Del resto sappiamo perfettamente come funziona il «calcio moderno»: diciamo che la pandemia lo sta distruggendo e non ci rendiamo conto che "l'inizio della fine" si è palesato quando abbiamo lasciato che i procuratori potessero fare il bello e cattivo tempo. Come? Così. Porto il mio assistito a scadenza, quindi faccio il prezzo: se il club lo accetta, bene, viceversa piazzo il ragazzo altrove (tanto il cartellino costa niente). Funziona così e non ci si può fare niente, a meno che i grandi club decidano di non "fottersi" a vicenda. Ma questa cosa non riguarda Stefano Pioli: a lui, giustamente, oggi interessa solo lo Spezia.

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