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Tokyo 2020, disturbi mentali e farmaci illegali: Simone Biles, l'ombra del doping. Ciò che nessuno sapeva sul dramma

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Il ritiro di Simone Biles è diventato argomento di discussione in tutto il mondo. D’altronde parliamo di un fenomeno generazionale, di una ginnasta capace di cose inimmaginabili per tutte le altre college. Per questo il suo doppio ritiro - prima dalla competizione a squadre, che ha visto gli Stati Uniti perdere l’oro dopo averlo vinto nelle ultime tre edizioni olimpiche, e poi da quella individuale - ha fatto molto rumore.

 

 

Inizialmente la federazione americana aveva definito l’abbandono della Biles “un problema medico”, dopodiché il suo allenatore ha parlato di “problema mentale”. La diretta interessata ha poi fatto sapere che si è ritirata per entrambi i motivi. C’è però un altro aspetto che è stato poco evidenziato ed è emerso nel corso del The Joe Rogan Experience Show: il conduttore ha ricordato che durante le Olimpiadi del 2016 alcuni hacker entrarono nel sistema del Cio, impossessandosi delle schede mediche di molti atleti.

 

 

Comprese quelle della Biles, da cui emergeva che l’americana era affetta da dei disturbi di attenzione e di iperattività per i quali aveva ottenuto una particolare autorizzazione ad assumere farmaci vietati dalle regole anti-doping. A Tokyo 2020 tali farmaci sono però illegali, anche per usi medici: che sia questo il motivo per cui la Biles è crollata?

 

 

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