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Marc Jacobs, chi è l'uomo più veloce al mondo: il texano che non parla inglese e la drammatica rottura col padre

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Marcell Jacobs ha fatto la storia, vincendo la medaglia d’oro alle Olimpiadi nei cento metri piani di atletica leggera stabilendo anche il nuovo record europeo con 9”80. Lo sprinter azzurro ha una storia alle spalle degna di un film. Papà Lamont, ex militare americano del Texas, ex militare dell’Us Army alla base di Vicenza, e mamma Viviana lo hanno fatto nato nascere a El Paso, in Texas 26 anni fa, ma il piccolo Jacobs è poi cresciuto a Desenzano del Garda da quando aveva un anno e mezzo: "A 18 mesi ero in Italia, i miei figli sono nati qui, mi sento italiano in ogni cellula del mio corpo, tanto che con l’inglese sono in difficoltà!", ha detto dopo i primi risultati sportivi che lo hanno portato alla ribalta come possibile speranza in una disciplina (la velocità) in cui l'Italia da tempo non esprimeva talenti. All'improviso, invece, ecco Filippo Tortu, eliminato in semifinale, e poi Marcell Jacobs. 

 

 

 

Jacobs, ricorda il Corriere della Sera, "era lo sprinter potente e talentuoso che non riusciva mai a scaricare tutti i cavalli sul tartan, perdeva i confronti diretti con Filippo Tortu aveva sempre una scusa buona a cui aggrapparsi: la fitta, il risentimento muscolare, la congiuntura astrale sfavorevole". Poi a marzo 2021 gli Europei di Tortun, in Polonia, il primo oro indoor nei 60 metri in 6”47 (miglior prestazione mondiale e nuovo record italiano). Da lì non si è più fermato: un primo record italiano (soffiandolo proprio a Tortu) in 9”95 il 13 maggio a Savona, ritoccato in 9”94, poi 9”84, infine 9”80 a Tokyo, l'ottima prestazione di Montecarlo, in Diamond League, prima dell’Olimpiade, piazzandosi terzo dietro Baker e Simb.

 

Ma Jacobs ha una storia privata che vale la pena essere raccontata: un rapporto difficile con il padre, con una riconciliazione in età adulta che è stata fondamentale anche per la sua carriera. "Non è ancora tutto risolto però almeno adesso ci parliamo: il traduttore di Google mi dà una mano con l’inglese…". Un corpo fatto per l'atletica, costruito in anni di allenamenti che è anche un omaggio alla sua famiglia con tatuaggi con la Rosa dei venti, le date di nascita dei sui figli (ne ha tre), una scritta inneggiante l’amicizia e una tigre.

 

 

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