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Tokyo 2020, il sospetto su Jacobs e Tamberi di Sara Simeoni: "Qualcosa di assurdo, così hanno fatto vincere gli altri italiani"

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Un successo inaspettato quello dell'Italia alle Olimpiadi di Tokyo 2020 anche per Sara Simeoni, che di Giochi olimpici è un'esperta. "Solo un visionario poteva attendersi dall'atletica azzurra una tale ricchezza di risultati, soprattutto dopo gli anni dell'oblio vissuti dal movimento nelle grandi manifestazioni internazionali - ha esordito la medaglia d'oro ai Giochi olimpici di Mosca 1980 in un'intervista al Corriere della Sera -. Nella medaglia di Tamberi ci speravo, un po' perché il salto in alto resta nel mio cuore, un po' per la storia personale del ragazzo. Jacobs era un'opzione, già la finale sarebbe stato un traguardo storico. La marcia è la nostra miniera più preziosa e anche nelle difficoltà più nere mai ci ha tradito. Ma la staffetta no".

 

 

 

Tra i motivi il fatto che quella della staffetta è la vittoria non di un singolo, ma di una "scuola tecnica, di un movimento, della passione diffusa dei campi di provincia. Mettere insieme 4 atleti così diversi e tirare fuori da loro il massimo nel momento che può cambiare la loro vita, non è un'operazione che si improvvisa". Insomma, per l'atletica italiana si tratta di un momento epocale e va sfruttato al meglio.

 

 

Eppure per la Simeoni una spiegazione c'è: "Sta succedendo qualcosa di assurdo, di sicuro vincere aiuta a vincere e l'entusiasmo creato dai successi di Jacobs e Tamberi è stato carburante per tutti. Evidentemente questi ragazzi hanno vissuto una settimana in una bolla e non per il Covid. A essere contagioso è stato il loro entusiasmo".

 

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