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Nikita Mazepin attacca la Fia: "Non vogliono i soldi russi? Cosa sta accadendo davvero"

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“Tutti hanno diritto di parlare o no, e la Fia, il più alto organo governativo, mi ha permesso di correre perché sono neutrale. Ma il problema più grande è tornare in uno sport, la Formula 1, in cui le squadre sono autorizzate a trattenere i soldi delle sponsorizzazioni senza adempiere al contratto”. Ci va giù pesante, ancora una volta, Nikita Mazepin, tornato a parlare al programma Quest means business della Cnn. Stavolta attaccando la Fia e la Haas, team che lo ha allontanato dopo i primi test di stagione a Barcellona per l’ingresso deciso dal governo del suo Paese in Ucraina.

 

 

Mazepin: “F1? Vorrei tornate, ma non so se posso”
“Le squadre possono chiedere di più, anche se dicono di non volere soldi dalla Russia — spiega Mazepin alla Cnn — Quindi i valori dello sport devono essere valutati, a mio avviso, sicuramente dopo quanto accaduto in una situazione del genere”. E ancora: “Al momento è difficile capire se riuscirò a tornare in Formula 1, perché io sono molto prudente e il mio problema è quello di aver perso il lavoro. Ho lavorato per arrivare in Formula 1 e l'ho fatto per 17 anni, alla fine ci sono riuscito, ma ora il mio è un problema molto minore se si confronta con le cose che stanno accadendo nel mondo in questo momento”. Si tratta dunque di aspettare: “Devo attendere che le cose si calmino. E non so nemmeno dove potrò tornare, anche perché Haas ha fatto quello che ha fatto, che a mio avviso sono cose non pulite”. 

 

 

Mazepin: “Mia fondazione insegnerà ai piloti a essere neutrali”
Il pensiero finale va sulla guerra tra la sua Russia e l’Ucraina: ”La mia opinione è che, qualunque cosa stia accadendo al momento, è molto doloroso — aggiunge Mazepin alla Cnn — E io posso solo vedere una piccola parte da dove mi trovo io, a Mosca, ma me ne accorgo sicuramente”. Per poi concludere: "Per 23 anni ho vissuto in un mondo molto tranquillo, ma per quanto riguarda la mia posizione ufficiale, ho detto mille volte che è molto importante per me essere neutrale. Anche per questo ho creato una fondazione (chiamata “We Compete As One”, ndr) nella quale aiuterò gli atleti a rimanere neutrali per principio”.

 

 

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