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"Morto Mino Raiola", ma Alberto Zangrillo smentisce: un clamoroso cortocircuito planetario

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La notizia della morte di Mino Raiola è stata smentita da Alberto Zangrillo: il procuratore è in gravi condizioni, ma non è deceduto. Ci scusiamo con i lettori per aver dato la notizia così come è stata fatta rimbalzare dai media di tutto il mondo.

Non è morto Mino Raiola: il super-procuratore lotta tra la vita e la morte a 54 anni a causa di una grave malattia contro cui lotta da tempo. Lo scorso 12 gennaio erano trapelate indiscrezioni circa le sue preoccupanti condizioni di salute: era infatti stato ricoverato al San Raffaele, l'ospedale di Milano di Alberto Zangrillo. Lo staff del procuratore, però, disse che le cure rientravano in un ciclo di controllo programmato da tempo. La notizia del decesso, rimbalzata in tutto il mondo, è stata smentita proprio da Zangrillo.

Nato a Nocera Inferiore il 4 novembre 1967, Raiola all'età di un anno si trasferì ad Haarlem, in Olanda, con tutta la sua famiglia. Il padre era un ristoratore, lui iniziò aiutando la famiglia in veste di cameriere. Nel giro di qualche anno impara la bellezza di sette lingue: olandese, inglese, tedesco, francese, spagnolo, portoghese e italiano. E per questo suo lavoro, per tutta la vita Raiola sarà accompagnato dal soprannome "il pizzaiolo".

A vent'anni, la passione per il calcio lo porta a ricoprire il ruolo di responsabile del settore giovanile dell'Haarlem, dunque direttore sportivo del club olandese. Successivamente ha fondato la sua società di intermediazione, diventando agente calcistico. Anzi, l'agente per antonomasia: uno dei più potenti, ricchi e tosti del calcio mondiale. Tra i suoi assistiti Ibrahimovic, Donnarumma, Balotelli e Pogba, passando per Verratti, de Ligt, de Vrij e Haaland e tanti ancora. Insomma, il meglio del calcio.

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